Sicilia, ADM, 50 sfumature di zona rossa e relazioni sindacali

Palermo -

Dopo circa un anno di pandemia possiamo affermare senza tema di smentita che il COVID è la cartina al tornasole con cui saggiare comportamenti e scelte della dirigenza amministrativa: a fronte di una cornice nazionale di riferimento e di un’ordinanza regionale  che prevede regole specifiche su un territorio le reazioni dei Direttori sono state le più disparate tingendo questa cartina dal rosso al verde.

Ci sono stati Direttori che sin dalla dichiarazione della zona rossa,  senza alcun input sindacale, hanno previsto da subito i presidi per le attività indifferibili  e l’aumento del personale in lavoro agile stile primo lock down,  rifacendosi alle LIUA di marzo e trasmettendo contestualmente gli ordini di servizio alle parti sindacali.

Ci sono stati Direttori che hanno  assunto provvedimenti  seguendo le prescrizioni previste dall’Ordinanza  e dai DPCM  in materia di zona rossa ma non hanno ritenuto di comunicare alcunchè alle parti sindacali.

Ci sono stati Direttori che hanno attivato i presidi solo dopo la nota USB.

Ci sono stati Direttori che non solo hanno lasciato tutto così come era ma hanno  banalizzato le richieste  derubricandole a cosa non necessaria. 

Niente male.

Nonostante già lo scorso 20 gennaio USB avesse scritto a tutti gli Uffici delle Dogane e Monopoli della Sicilia per avere e chiedere contezza sull’attuazione delle norme.

Ma ciò che ci pare allo stesso tempo grave, senza stupirci troppo, è il silenzio assordante delle altre Organizzazioni sindacali alle quali evidentemente va bene così.

Ma a noi non va bene così. Riteniamo inconcepibile che a fronte di previsioni nazionali, dentro la stessa Amministrazione, per di più su una materia come la sicurezza, ci siano comportamenti difformi o relazioni sindacali da gentile concessione.

Ma non solo questo ci preoccupa, vi è anche la rassegnazione totale con cui tutto questo accade. I grandi assenti di questa delicatissima fase storica: le lavoratrici e i lavoratori, ai quali sembra che tutto questo stia bene. Che non si informano, che non lottano per i loro diritti, che tra salario e sicurezza scelgono il primo,  che accettano che uno strumento come il lavoro agile diventi una concessione o un optional.

Quello che si sta consumando senza troppi clamori è la rappresentazione plastica di un pessimo precedente: oggi si sfumano i colori di una zona e i contorni  delle corrette relazioni sindacali, domani si potrebbero sfumare i contorni di un diritto soggettivo.

C’è poco da stare sereni quando si è di fronte a una prova provata del fatto che abbiamo un problema di rispetto della gerarchia delle fonti di legge e che parte della dirigenza  delll’Agenzia delle Dogane ritiene di potersi permettere di non dare conto delle sue scelte in materia di sicurezza pubblica e rispettare tempestivamente e senza tante tarantelle  i decreti e le ordinanze.  

La pandemia non è solo crisi economica e sanitaria, ma anche crisi dei diritti e sta mostrando anche l’urgenza di organizzarsi  e lottare per cambiare i rapporti di forza dentro i posti di lavoro.

USB c’è e voi?

USB PI Agenzie Fiscali Sicilia