Sicilia - Entrate, alla Dp di Ragusa stress da lavoro correlato
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza nei luoghi di lavoro (RLS) ha scritto la seguente nota al Direttore Provinciale, all'RSPP e al medico Competente al fine di rilevare lo stress da lavoro correlato e intervenire prontamente per risolvere i problemi che lo causano.
Questo il testo della richiesta:
Sono giunte allo scrivente, in qualità di RLS dell’agenzia delle entrate di Ragusa, numerose segnalazioni da parte di Lavoratori e Lavoratrici della DP di Ragusa ed in particolare dei front office, con cui si lamentano condizioni di lavoro (carichi e carenza di personale) che determinano elevato pericolo di stress correlato.
Senza volere violare la privacy di alcuno di questi lavoratori, si lamentano stati di panico, ansia, insonnia e depressione dovuti, nella maggioranza dei casi, ai carichi di lavoro eccessivi e/o a condizioni di demotivazione.
L’ articolo 28, comma 1, del Decreto legislativo 81/2008 prevede che la valutazione dei rischi debba essere effettuata tenendo conto, tra l’altro, dei rischi da stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004.
Chiara la normativa in vigore sul sistema di tutela dei diritti dei lavoratori, sulle responsabilità dei datori di lavoro- Dirigenti-Preposti, sul ruolo del RSPP e del Medico competente, sui modelli di valutazione applicabili per la valutazione dello stress. Così come appare essere chiaro il ruolo anche preventivo e di ascolto e la partecipazione attiva dei RLS e su come possano influire positivamente su tale tipo di valutazione.
Cosicché, stando alle suddette numerose segnalazioni, constatata di persona l’esistenza di situazioni di elevato pericolo in tal senso, si chiede l’immediato intervento in ordine alla valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica CONCRETA della prevenzione sullo stress correlato, dando atto che il miglioramento dell’organizzazione deve essere considerato tra le misure preventive dello stress.
In particolare si evidenziano criticità nelle seguenti aree: partecipazione/motivazione, carico di lavoro (in funzione delle piante organiche), contenuto della mansione (per fornire stimoli ed opportunità di impiego delle competenze, motivare e incentivare alla crescita professionale), prospettive future (per diminuire l’insicurezza lavorativa).
La carenza di personale e l’esistenza di obiettivi sempre più incalzanti, cui si aggiunge il sistema di valutazione, determinano un carico di lavoro mentale (Standard Europeo: EN ISO 10075) da cui un forte stress mentale definito come “l’insieme di tutte le influenze esterne esercitate su una persona, al punto da condizionarla mentalmente”. “Le influenze che le situazioni ambientali possono avere sullo stress mentale includono: richieste del compito (es. concentrazione prolungata, responsabilità verso gli altri), condizioni fisiche (es. luminosità e rumore), fattori sociali ed organizzativi (es. procedure di controllo e di comunicazione, ambiente organizzativo), fattori sociali esterni all’organizzazione (es. situazione economica). La tensione mentale è un effetto immediato dello stress. Gli effetti dannosi (a breve termine) della tensione mentale sono: fatica mentale e ‘stati di affaticamento mentale’ (es. monotonia, vigilanza ridotta, inappetenza, insonnia)”.
A parere di chi scrive è necessario che le politiche di intervento mettano in luce il ruolo chiave del dialogo sociale e della partecipazione dei dipendenti nel processo di gestione del rischio psicosociale.
Tensione mentale, demotivazione, mancata partecipazione attiva, sono tutti fattori che determinano evidenti danni alla salute non solo fisica ma anche nella forma meno evidente della depressione per stress da lavoro.
La Suprema Corte ha esaminato il caso di un lavoratore che, caduto in depressione, ha denunciato turni troppo stressanti (carichi di lavoro) che gli avevano infatti provocato ‘cefalea muscolotensiva psicogena’ con ‘ disturbi di ansia tendenti alla cronicizzazione’.
La sezione Lavoro della Cassazione con la sentenza 9353 sottolinea come l’obbligo di tutela delle condizioni di lavoro, anche in relazione ad un singolo lavoratore, essendo posto a tutela del bene primario e costituzionalmente garantito della salute, prevale sulla mera osservanza delle condizioni contrattuali individuali e collettive che regolano in via generale le modalità della prestazione lavorativa, così come prevalgono sulle esigenze organizzative del datore di lavoro.
Ciò premesso,
si chiede
la costituzione di un Gruppo di Valutazione aziendale con l’obiettivo di pianificare e coordinare lo svolgimento dell’intero processo valutativo stress-correlato.
RLS
Riferimenti normativi:
- Accordo Quadro Europeo dell’8 ottobre 2004 e Accordo Interconfederale di recepimento in Italia del 9 giugno 2008.
- Artt. 28 e 29 del Decreto Legislativo del 9 aprile 2008 n. 81.
- Lettera Circolare del Ministero del Lavoro del 18 novembre 2010 con le indicazioni della Commissione Consultiva Permanente per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato.
- Indicazioni per la corretta gestione del rischio e per l’attività di vigilanza alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali” a cura del Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro di gennaio 2012.