Sicilia – Entrate, carichi di lavoro insostenibili e gli organici ridotti all’osso

Palermo -

USB ha inviato alle Direzioni Provinciali e alla Direzione Regionale della Sicilia una richiesta di accesso agli atti con lo scopo di fare finalmente chiarezza sui numeri che riguardano la nostra Regione. Abbiamo chiesto alle DP il budget definitivo del 2019 ed il budget provvisorio (v0) del 2021 (alcune lo avevano già trasmesso), nonché i dati sulle piante organiche nel triennio 2018-2020 e le domande di pensionamento presentate per il 2021.

All’Agenzia delle Entrate, ormai da anni, nonostante una costante diminuzione degli organici, gli obiettivi rimangono pressoché invariati, oppure addirittura aumentano. Sempre più spesso il personale viene di fatto “parcellizzato” ed assegnato ad articolazioni o settori differenti col meccanismo delle percentuali, sempre più spesso le persone diventano algoritmi. Sono sempre di più gli atti dispositivi di assegnazione, condivisione, riallocazione delle risorse dove è messo nero su bianco che la causa organizzativa delle scelte che ricadono “dritte dritte” sul singolo funzionario è la carenza di organico.

È un fenomeno che caratterizza tutto il Paese, ma che in alcune regioni come la Sicilia, dove si somma al dato dei pensionamenti e al mancato innesto di nuove energie, assume proporzioni allarmanti. Non solo. Capita anche di sentire ai tavoli sindacali che siano gli stessi sindacati a parlare di chiusura degli uffici, delocalizzazioni, esternalizzazioni. Toppe che sono peggio del buco e che rischiano di causare, ancora una volta, arretramento dei presidi dello Stato nei territori.

Il lavoro agile, misura emergenziale a tutela della salute dell’intera collettività, ha poi comportato in molti casi l’aggravio di procedure già complesse, inutili e gravosi monitoraggi, assegnazioni di lavorazioni senza la dovuta formazione, che mal si conciliano con la professionalità e serenità lavorativa, nonché compressione del tempo di lavoro sulle singole pratiche con relativo aumento del rischio professionale e dello stress da lavoro correlato.

Per non parlare del mantra degli obiettivi costi quel che costi: la parola magica che ha trasformato un servizio dal carattere pubblico in un’azienda che crea “prodotti”, succube degli algoritmi e dei monitoraggi quotidiani, che tramuta gli uomini e le donne in limoni da spremere, predilige la quantità alla qualità, crea effetti distorsivi sulla valutazione reale del servizio erogato con capi e capetti pronti a scaricare ogni responsabilità sulla base della piramide lavorativa.

Per USB non è accettabile che l’Agenzia delle Entrate, nonostante il calo del personale, continui a pretendere il raggiungimento degli stessi obiettivi che venivano raggiunti gli anni passati. Così come non è accettabile che in questa fase dai palazzi romani invece di mandare risorse si parla di proposte organizzative che di fatto rischiano di scaricare ancora una volta le responsabilità verso il basso, il tutto a fronte di un abnorme allargamento della forbice retributiva tra vertici e base.

Si fa un gran parlare di cambiamenti, riforme fiscali e Amministrazioni pubbliche moderne, funzionali e digitalizzate ma come è realizzabile tutto questo senza un rafforzamento degli organici?

Le Lavoratrici e i Lavoratori non possono essere chiamati a farsi carico di scelte miopi dell’autorità politica in tema di assunzioni (l’impegno ad assumere 4000 unità in 3 anni risulta infatti del tutto insufficiente a invertire la tendenza). Concorsi che qua alla periferia dell’Impero sentiamo appena nominare, visto che gli ultimi posti al SUD risalgono a quasi 10 anni fa. Per non parlare della mobilità, una chimera.

Il tema dei carichi di lavoro, del disinvestimento sulle risorse umane e delle responsabilità non può più essere ignorato.

Anche perché, a fronte dell’aumento esponenziale dei carichi di lavoro, le Lavoratrici e i Lavoratori dell’Agenzia delle Entrate continuano a ricevere in cambio solamente tagli ai diritti (come ad esempio la perdita dei permessi orari in smart working) e tagli al salario (come ad esempio continui e consistenti tagli al salario accessorio o la perdita dei buoni pasto per chi è in smart working), senza ricevere neanche un euro di rimborso per le spese vive anticipate.

Lavoratrici e lavoratori pubblici che dovrebbero essere riequilibratori delle diseguaglianze sono essi stessi soggetti a diseguaglianze, in termini economici e in termini di scelte organizzative.

Se è vero che la materia “organizzazione del lavoro” è fuori dal perimetro del confronto sindacale è altrettanto vero però che la sua declinazione in termini di benessere e stress correlato rientrano a pieno nell’ambito della sicurezza nei luoghi di lavoro, ambito su cui ogni Organizzazione Sindacale degna di questo nome deve attentamente vigilare e chiedere correttivi sostanziali.

La richiesta dei dati in tema di budget, piante organiche e fuoriuscite per pensionamenti è il primo passo della mobilitazione che USB metterà in campo nei prossimi mesi per evidenziare le contraddizioni di questa Amministrazione e per tutelare la dignità e la sostenibilità del Lavoro svolto dai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate in Sicilia.

Condizioni materiali e qualità del lavoro camminano di pari passo e solo questo garantisce diritti e servizi pubblici adeguati.

Sostieni la nostra battaglia contro una politica ottusa che disinveste nel Pubblico Impiego, sostieni la nostra lotta per ridare futuro e dignità al lavoro che ogni giorno svolgiamo in difesa del Bene Comune.

In allegato troverete tutte le richieste di accesso fatte da USB per ogni singola Direzione

 USB P.I. - Agenzie Fiscali Sicilia