Sicilia – Entrate, incontro su rientri e green pass alla DP di Messina
Si è svolto lo scorso 14 ottobre l’incontro alla DP di Messina avente all’ordine del giorno il rientro in presenza.
Il Direttore ha precisato che il rientro è al momento previsto solo per le categorie strettamente previste dal Decreto 23 settembre, ovvero Front Office, nonchè per i volontari, il tutto con garanzia di rotazione.
USB, che in altri Uffici ha potuto registrare fughe in avanti sui rientri da parte di alcuni Direttori, ha espresso apprezzamento per l’approccio prudenziale e cautelare di parte pubblica sulla prosecuzione dell’utilizzo dello smart working, che per quanto ci riguarda, in quanto strumento primario di distanziamento e sicurezza, andrebbe prorogato sino alla fine dello stato di emergenza, fissato dal Governo al 31.12.2021.
É ormai chiaro che a livello generale sussista un vistoso problema di gerarchia delle fonti, per di più precipitose, al quale si somma una disinvoltura interpretativa che in alcuni casi e per alcuni Uffici o Amministrazioni sconfina in una lettura delle norme che non tiene in debita considerazione che ogni rientro debba essere visto nell’ottica primaria della sicurezza. Il tutto in un contesto nel quale avviene da parte del Governo e del Ministro Brunetta un utilizzo strumentale di una retorica sulla lobby del panino e la ripresa del PIL o sul fannullonismo verso le lavoratrici e lavoratori pubblici.
Come detto in ogni sede, sia essa istituzionale, di piazza, assembleare o di sciopero generale, USB è contraria a ogni forma di rientro in assenza di sicurezza: la cessazione del lavoro agile quale modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa non fa venir meno i protocolli in materia di sicurezza sottoscritti a livello nazionale ( vedasi da ultimo il Protocollo Governo- Parti Sociali 24.07.2020).
D’altronde gli stessi decreti parlano di “realizzare un ordinato e coordinato rientro in presenza dei dipendenti pubblici in un’adeguata cornice di sicurezza”
Ritieniamo che anzi, una volta venuto meno lo strumento primario del distanziamento ( lo smart working) i protocolli di sicurezza andrebbero ampliati: con riferimento al distanziamento e dunque all’allocazione logistica nelle stanze (richiesta che abbiamo posto sin dai primi tempi della pandemia tramite proposte di accordi sindacali territoriali sulla sicurezza) alle regole sulla flessibilità, all’areazione dei locali e alla tutela dei c.d. lavoratori fragili e in tal senso abbiamo, altresì chiesto di far salve le previsioni degli accordi sul lavoro agile, la cui vigenza è fissata al 31.12.2021.
Durante l’incontro sono emerse criticità in relazione alle pulizie e abbiamo fatto presente di aver posto la questione al tavolo permanente sicurezza in DR Sicilia e che per noi il vero nodo sia l’appalto al massimo ribasso, ovvero la quantità di ore previste per metro quadro.
In relazione al green pass: la riteniamo una misura non sanitaria ma esclusivamente politica che rischia di creare un’illlusione di sicurezza e aumentare un clima divisivo nella classe lavoratrice.
Ed allora pur nell'ambito di uno strumento, considerato quasi dai poteri taumaturgici, che riteniamo non condivisibile e comunque un lasciapassare non adatto a garantire in pieno la sicurezza nei posti di lavoro, abbiamo avanzato, come già fatto sia alla alla DC che alla DR Sicilia, delle proposte per gestire questa fase nella maniera più ragionevole possibile e meno divisiva:
a) indicare i datori di lavoro come unici soggetti deputati al controllo senza deleghe nei confronti del personale e in ogni caso in via prioritaria al personale con qualifica dirigenziale, come indicato sia nel Decreto che nelle linee guida pubblicate dalla Funzione Pubblica;
b) effettuare i controlli all'accesso e non a campione dopo l'entrata nel posto di lavoro. Ciò al fine di evitare controlli “mirati” e che l'eventuale ingresso determini conseguenze disciplinari e sanzionatorie, che sappiamo essere molto pesanti;
c) gratuità dei tamponi, su base volontaria, per tutto il personale che lo richieda indistintamente, sulla scorta di quanto chiesto da USB sin dalla prima fase della pandemia e del combinato disposto degli artt. 15, comma 2, del Dlgs 81/08, secondo il quale le misure relative alla sicurezza non devono comportare nessun onere finanziario per i lavoratori e delle disposizioni sui tamponi, già previste dall'art. 32 del Decreto Sostegni bis;
d) Rilascio di attestazione al lavoratore che non è stato fatto accedere in Ufficio con esplicitate le motivazioni, in ossequio all’art. 7 dello Statuto dei diritti dei lavoratori e all’imprescindibile diritto di difesa prima dell’adozione di provvedimenti sanzionatori.
Abbiamo evidenziato, inoltre, i rischi connessi al possibile malfunzionamento delle App di scansione e dunque la necessità di porre la massima attenzione a scongiurare il rischio che cause non imputabili al lavoratore possano portare a conseguenze sanzionatorie ingiuste nonchè i limiti a cui sono sottoposti i datori di lavoro in tema di tutela della privacy a seguito delle osservazioni del garante.
USB ha, inoltre, ribadito di condividere la richiesta della RSU di acquisizione preventiva del parere del collega prima del mutamento di mansione e rilanciato l’idea di avviare forme di mobilità funzionale
Qua il video della USB sotto Palazzo Vidoni per la giornata dello sciopero generale lo scorso 11 ottobre: Pigiami e divani per Brunetta, https://video.repubblica.it/edizione/roma/usb/398400/399112
che meriterebbe una campagna per portarsi da casa la schiscetta!
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia