Sicilia - Entrate, Missing at the verbale: gli interventi integrali di USB al tavolo con la DP Palermo in tema di misure sicurezza anti covid 19 nella fase due
Pubblichiamo per trasparenza gli interventi di USB Agenzie Fiscali Sicilia che la DP di Palermo non ha inserito nella loro interezza nel verbale dell’ultimo incontro in materia di misure di sicurezza anti COVID 19 a seguito della sottoscrizione del protocollo nazionale. Tale verbale è stato pubblicato sulla intranet, trasmesso alle lavoratrici e ai lavoratori ma non era stato sottoscritto dalla USB in quanto privo di diverse dichiarazioni e pertanto non pienamente rispondente ai fatti e ai ragionamenti esposti, specie in tema di sicurezza digitale e diritto alla disconnessione.
Gli interventi che seguono sono a corredo delle proposte espresse sinteticamente al tavolo e trasmesse successivamente a parte pubblica e sindacale con una nota dettagliata che si allega.
In apertura di incontro:
USB precisa che l’incontro con il Direttore Regionale è stato finalizzato ad istituire un “Tavolo regionale permanente” con il compito di coordinare le misure da adottare negli uffici decentrati. Noi non conosciamo ancora quanto possa esser recepito da parte pubblica rispetto alle nostre richieste in quanto molti punti saranno affrontati appunto al tavolo permanente (a memoria prossimo incontro da confermare 21 o 22 maggio p.v.) dove verranno decise linee guida che dovranno costituire il punto di partenza omogeneo per tutta la Sicilia, ferma restando la valenza già acquisita del protocollo firmato tra OO.SS. e parte pubblica a livello nazionale.
Sulle proposte di parte pubblica e il protocollo nazionale misure sicurezza
USB distingue i piani su cui l’Ufficio può muoversi: quello esterno, dei rientri e dei rapporti con l’utenza, per il quale ricorda che la fase due nelle PA non esiste e quindi qualunque aumento di servizi in presenza non avrebbe alcuna giustificazione e quello interno come datore di lavoro, sul quale sussistono obblighi di protezione specifici e per cui vi possono essere attività, come la misurazione della temperatura, da svolgersi prima possibile. Ritiene che non ci si possa non attenere al Protocollo Nazionale e che quindi indispensabile è rispettare le linee guida per evitare disomogeneità.
Aggiunge che bisogna essere cauti in questa fase due dell’emergenza nel non configurare la riapertura delle attività in presenza con delle fughe in avanti.
Fondamentale è esaminare le motivazioni delle richieste ai front office di appuntamento e ciò proprio per evitare che si raggiungano numeri spropositati di persone negli uffici (le banche ad esempio già operano così).
Esistono degli obblighi per l’Ufficio ed a fronte di questi importante è prevedere criteri per riconoscere non solo le “fragilità” già previste dalle leggi. Non si parla ad esempio di “sintomatologia” e a questo riguardo il medico competente, così come previsto dalle linee guida INAIL, deve poter essere in grado di chiedere i test per chi ha avuto sintomatologie riconducibili al COVID. La temperatura va rilevata o tramite utilizzo termo scanner o soggetti esterni che abbiano la professionalità nel gestire anche casi delicati e in ragione di precisi protocolli. Non è d’accordo sul fatto che la rilevazione della temperatura sia sostituita dall’autocertificazione, che sullo stato di salute presenta rilievi delicati anche in materia di privacy e legittimità di attestazione dello stato di salute.
Sul tema pulizia, ritiene si debbano fissare delle cadenze e il tipo di prodotti, così come indicati nelle circolari ministeriali, distinguendo tra mera pulizia e sanificazione che è altra cosa. In tal senso chiede se il DVR, per il quale sussiste obbligo di aggiornamento, sia stato aggiornato con l’allegazione della scheda tecnica del materiale utilizzato.
Espone sinteticamente alcune richieste (oggetto di separata nota) e chiede di conoscere come la Direzione intende muoversi rispetto alla formalizzazione dell’obbligo mascherine, all’organizzazione delle stanze per evitare compressioni, chiede effettuazione delle turnazioni per evitare che si vada in deroga ai permessi, ribadendo il ruolo centrale del medico competente. Chiede infine se le mascherine abbiano il marchio CE.
Sullo smart working in deroga emergenziale
USB ritiene sia importante evidenziare che a causa dell’utilizzo dello smart working, come modalità emergenziale siano saltati diversi passaggi sulla sicurezza digitale (pc e connessioni), sulla verifica delle condizioni di lavoro dentro casa (sia dotazioni strumentali che ambiente di lavoro) e sulla contrattazione individuale delle prestazioni per obiettivi, così come previsto nello spirito della norma. È necessario che in questa fase venga garantito il diritto alla disconnessione e in tal senso chiede, come già fatto in altre occasioni, se in Sicilia vi siano indicazioni di accesso agli applicativi diverse rispetto alle linee guida nazionali (lun. – ven. 07:30 – 20:00).
Sul tema dei monitoraggi e del diritto alla disconnessione conferma che il rischio tecno stress è reale e non va sottovalutato e dovrebbe essere attenzionato, anche dal medico competente se del caso.
USB ritiene fondamentale che il tema della sicurezza non sia analizzato solo da un punto di vista igienico- sanitario ma anche della sicurezza digitale, dei rischi legati allo stress da lavoro correlato e a una sorta di anarchia delle pretese, orarie e non solo, in assenza della disciplina del diritto alla disconnessione in piena era di lavoro agile
Sui dispositivi di protezione individuale
Premettendo che le mascherine avrebbero dovuto già essere consegnate, chiede che sia formalizzato in modo chiaro non solo la consegna ma anche il modo di utilizzo del materiale di protezione come già detto e che i prodotti gel disinfettanti vengano posti nei punti di accesso, in maniera tale da essere fruibili non solo dai lavoratori ma anche dall’utenza così come previsto dallo stesso protocollo nazionale.
Sulla sottoscrizione degli accordi sulla sicurezza derivanti dal Protocollo Nazionale e le prerogative di contrattazione
Per quanto riguarda l’accordo, ritiene che debba essere sistemico e omnicomprensivo: in questa fase è fondamentale non lasciare indietro nessun punto previsto dal protocollo nazionale, ogni previsione va letta in combinato disposto con le altre e non esistono punti di serie a e di serie B. La contrattazione o vale per tutto o non vale.
Favorevole a far realizzare la misurazione della temperatura, in quanto obbligo datoriale, dove già si può con la vigilanza ma va contestualmente previsto un sistema per gli uffici dove questo non è possibile. Non ci devono essere rischi di disparità di trattamento, specie in un tema come la salute pubblica, che riguarda sia lavoratori e lavoratrici che cittadini.
Sulla necessità di una simmetria tra parte pubblica e parte sindacale
USB chiede che il Direttore al prossimo incontro dia risposta alle proposte che sono state fatte oggi. L’ascolto attivo è il presupposto della contrattazione che non può essere asimmetrica. Al di là del fatto che alcune decisioni possono essere prese solo a seguito delle linee guida della DR è importante che anche i singoli Direttori prendano posizione.