Sicilia - Entrate, riorganizzazione alla DP di Messina: intervento della USB e informativa

Messina -

Pubblichiamo per trasparenza sia l’intervento della USB allo scorso incontro della DP di Messina avente all’ordine del giorno la riorganizzazione che l’informativa sulla panoramica nominativa delle attività del personale e le percentuali per articolazioni successivamente fornita da parte pubblica.

 ********************

Usb evidenzia che la riorganizzazione si inserisce in un contesto già di per sè problematico di depauperamento di risorse senza tregua che ha portato tutte le DP siciliane ad avere una media di fuoriuscita del personale che si assesta su una media superiore al 30 per cento solo nel triennio 2018- 2020. Per quanto riguarda nello specifico la DP di Messina sono andate via 95 persone e si apprestano ad andare in pensione 31 persone (dati ufficiali forniti dalla DR Sicilia a USB a seguito di accesso civico ).

Su tale contesto di per sé vulnerabile si inserisce la criticità del combinato disposto della circolare n.4/E del 07-05-2021 relativa alle linee guida sulla prevenzione e contrasto dell'evasione e della direttiva n. prot.127334 del 25-05-2021 in materia di conferimento delle posizioni organizzative e degli incarichi di responsabilità.

USB ribadisce anche in questa sede sia la contrarietà alle scelte del Governo e dell’Agenzia in termini di riorganizzazione e di abbandono di fatto dell’attività di controllo e di contrasto all’evasione fiscale dal momento che viene richiesto alle strutture di “calibrare, in maniera equilibrata, le risorse da destinare alle attività di controllo per il 2021, anche e soprattutto in considerazione della revisione degli obiettivi di budget assegnati”.

Così come USB è contraria al nuovo assetto organizzativo deciso dall’Agenzia, ovvero quello di ridurre drasticamente il numero di i.r. e p.o. (pur di non essere costretta a finanziare queste figure con il proprio bilancio) e di rendere ancor più discrezionali le procedure di conferimento degli incarichi.

Una vera e propria ristrutturazione piovuta dal cielo e di stampo unilaterale, visto che a livello nazionale non si è giunti ad alcun accordo sulle posizioni organizzative e che, partendo da una premessa economica vincolante, pone limiti dimensionali e di budget che impongono di decidere cosa mantenere.

Il risultato di queste scelte è che in diverse DP assistiamo a importanti trasferimenti di personale o di lavorazioni da un Ufficio all’altro, discutibile utilizzo dell’istituto della condivisione del personale, aumento dei carichi di lavoro, priorità lavoratuva che si accavallano tra di loro, possibile incremento delle deleghe di firma, rischio burn out. Il tutto quasi sempre accompagnato dal mancato riconoscimento delle professionalità acquisite dalle Lavoratrici e dai Lavoratori nel corso degli anni, da inadeguati investimenti sulla formazione e da assenza di trasparenza ed oggettività nell’adozione delle scelte organizzative.

Secondo noi l’atto di riassetto dovrebbe prevedere considerazioni di carattere organizzativo che devono essere lette senza mai dimenticare sia la tenuta istituzionale che gli impatti sulle lavoratrici e sui lavoratori.

In tal senso chiediamo quale sia il disegno ovvero il risultato dell’analisi organizzativa che ha portato alla soppressione o al mantenimento delle posizioni e dunque dei relativi team visto che, come recita la Direttiva nazionale:“ Un elemento essenziale di cui occorre tenere conto è che il numero dei team non è il risultato di un’operazione aritmetica ( quanti team si possono fare), bensì il risultato di un’analisi organizzativa ( quanti team sono necessari)”. Riteniamo necessario, dunque, un quadro comparativo della situazione pre e post primo luglio ove si evidenzi la fotografia della soppressione dei team per avere la rappresentazione plastica delle differenze. Il tutto con particolare riferimento, viste anche le ricadute dei presidi sui territori, agli uffici territoriali di Taormina e S. Agata di Militello;

Evidenziamo le criticità della formazione nell’era del lavoro agile, dove siamo tutte e tutti isolati e richiamiamo i contenuti della Risoluzione del Parlamento Europeo sul diritto alla disconnessione ove si fa riferimento a un rischio specifico da tecnostress;

 Ricordiamo la sussistenza dell’obbligo in capo al datore di lavoro di protezione dell’integrità fisica e morale del lavoratore previsto all’art. 2087 del codice civile e sul punto chiediamo l’attivazione della rilevazione dello stress da lavoro correlato in tutta la Sicilia.

Invitiamo a ricercare le soluzioni il più possibile rispettose delle professionalità dei colleghi, garantendo adeguata formazione, trasparenza ed oggettività, evitando altresì di ricorrere all’istituto della condivisione (che nasconde spesso un aumento ingiustificato dei carichi di lavoro) ed all’incremento delle deleghe di firma.

Chiediamo a parte pubblica di dare un chiaro segnale di tutela, trasparenza e discontinuità a mere logiche vincolate e aritmetiche attraverso:

  1. la redazione di una lettera aperta alle lavorarici e ai lavoratori ove condividere le scelte adottate e adottande e le retrovie decisorie di una fase così delicata;
  2.  l’attivazione immediata della procedura di rilevazione dello stress da lavoro correlato.

USB ritiene che si debba investire in nuove risorse, non spremere l’esistente.

Non nascondiamo le nostre preoccupazioni sulla nuova morfologia dell’Agenzia in quanto riteniamo che la vera lotta all’evasione si debba fare come e più di prima nel Paese dei furbi certo ma anche nel Paese sui cui scranni governativi siede Confindustria. La pandemia è stata sindemia ma è stata anche accumulazione di profitto e imprese che non hanno mai fermato la produzione. Le campagne mediatiche di colpevolizzazione sugli stagionali che chiedono giusto salario e dignità danno la misura del livello di attacco al mondo del lavoro e dei diritti.

Riteniamo che quello a cui oggi assistiamo è la maturazione del frutto avvelenato dell’aziendalizzazione della PA e ribadiamo oggi più di ieri che i principi di carattere pubblico di una P.A. sono inconciliabili con mere logiche aziendali e da algoritmo e che i costi della crisi economica non possono essere scaricati sulle lavoratrici e i lavoratori pubblici che hanno incessantemente e coi loro mezzi personali garantito la tenuta istituzionale dell’Agenzia.

 USB PI Agenzie Fiscali Sicilia