Sicilia - La classificazione dei porti e le tasche dei lavoratori

Cosa succede all'indennità di confine basandosi sulla classificazione dei porti siciliani

Palermo -

Il sistema di retribuzione del personale delle Agenzie Fiscali deve essere rivisto. Questo sotiene la nostra organizzazione sindacale, ritenendo che il salario aziendale debba essere basato sul riconoscimento della professionalità senza dimenticare il principio della certezza della retribuzione. Se questa politica è valida per tutto il comparto, lo è a maggior ragione nella realtà dell'Agenzia delle Dogane in Sicilia. Qui la contrattazione relativa alla retribuzione dell’indennità di confine, prevista dall’articolo 16 del CCNI Agenzia Dogane, si è frettolosamente fermata, nel caso delle attività svolte in ambito portuale,  alla pigra acquisizione di una pregressa classificazione dei porti formulata sulla base di elementi che non hanno nulla a che vedere con il servizio doganale, perché non creata a tale scopo.

 

Le conclusioni contrattuali non sono state precedute da un’analisi sufficientemente attenta delle reali attività svolte in ognuno degli Uffici interessati, e il risultato di questa disattenzione potrebbe portare al riconoscimento dell’indennità - in tutti i suoi aspetti - a un porto classificato in Prima Classe I Categoria, in quanto porto di interesse militare, seppure in assenza di reale attività di carattere commerciale e passeggeri internazionale. Viceversa, come avviene per i Porti di Palermo e Catania, a titolo solo di esempio, il traffico internazionale di merci e passeggeri, vede una costante attività di confine da parte del personale ( perfettamente parallela a quella aeroportuale, dove non si volesse valutare la stragrande differenza di quantità di merci ) ed è oggetto di annose e irrisolte questioni legate alla regolamentazione logistica; alla formulazione dei turni (?) contrattualmente accettabili; alla sicurezza, ma a giudicare dai risultati nulla di questo avviene!

 

Il sacrificio dei lavoratori non solo non viene premiato, ma viene tradito nel giusto riconoscimento dell’attività effettivamente svolta. Per questo i lavoratori doganali di Palermo e Catania si uniscono al coro di chi chiede la rivisitazione del sistema indennitario. Chi presta la propria attività in uffici penalizzati da questo meccanismo chiede che sia la professionalità dei lavoratori doganali a essere apprezzata e non il luogo fisico in cui essa si esplica.

 

La mera classificazione dei porti formulata a fini diversi da quelli interessanti la reale attività doganale, non può essere un principio guida per definire l'entità e la qualità della retribuzione accessoria. Dobbiamo inseguire le prestazioni realmente svolte dai lavoratori e non vecchie classificazioni che possono rispondere ad altre esigenze che nulla hanno a che fare con le loro tasche.

 

RdB ha chiesto più volte la rivisitazione del sistema indennitario, che deve essere orientata alla professionalità del lavoratore doganale. In un quadro di impoverimento progressivo dei fondi aziendali e di diminuzione dei diritti individuali, non è più tempo per giocare con i soldi dei lavoratori.

 

Anche per difendere un salario accessorio sempre più povero, RdB ha indetto lo sciopero generale il prossimo 23 ottobre. Perché RdB sa da che parte stare: dalla tua.