Sicilia - Occhi aperti sulla riorganizzazione
Come in tutto in resto d’Italia anche in Sicilia il 18 febbraio ha rappresentato un’importante tappa della mobilitazione dei lavoratori del fisco: si è tenuta infatti presso la direzione regionale un’assemblea con i lavoratori della provincia di Palermo per discutere e provare a far un po’ di luce sulla ristrutturazione radicale che tra poco diventerà realtà.
Una realtà tutta nuova che nessuno si sente in dovere di spiegare a chi questa agenzia la vive e la valorizza tutti i giorni, i lavoratori.
Niente di niente, né da parte dell’amministrazione che in questo modo dimostra ancora una volta quanta attenzione ha verso i propri dipendenti, né da parte- e lo diciamo con molto rammarico – della stragrande maggioranza degli altri sindacati che sembrano completamente disinteressarsi delle ricadute sui lavoratori: mobilità, diritto alla carriera, al salario accessorio, trasparenza e pari opportunità nell’assegnazione di incarichi e funzioni.
Solo per indicare le problematiche più grosse.
Questo assordante silenzio e le pesanti ricadute che si potrebbero avere sulle condizioni lavorative di circa 35 mila dipendenti ha portato Rdb a costruire una mobilitazione nazionale e una mozione da far firmare a tutti i lavoratori.
Come dicevamo prima, il 18 febbraio si è parlato e discusso con i lavoratori della provincia di Palermo sulle questioni della riorganizzazione e della riforma degli assetti contrattuali.
I colleghi hanno firmato convinti la mozione Rdb. Le firme, insieme alle altre centinaia raccolte in questi giorni, sono state poi consegnate alla Direzione Regionale.
Ad oggi la mobilitazione in Sicilia ha vissuto tre momenti assembleari (Palermo, Messina e Siracusa) e sono state raccolte circa 300 firme. Ma non ci fermiamo qui: stiamo preparando nuove assemblee in altri uffici, continueremo a raccogliere le firme, e terremo gli occhi ben aperti per evitare che qualcuno decida di avviare in sordina esperimenti “pilota” di riorganizzazione sul territorio senza rispettare le corrette procedure.
E soprattutto senza rispettare la dignità dei lavoratori! L’abbiamo già detto: fosse anche spostare una scrivania o traslocare da un piano all'altro, noi ci opporremo e chiederemo ogni più ampia garanzia che la ristrutturazione dell'Agenzia delle Entrate avvenga secondo passi noti alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori.