Sicilia - Riorganizzazione alle Entrate: si comincia a chiudere?

La vera riorganizzazione: e meno male che non si spostava nessuno!

Palermo -

Riorganizzare, riorganizzare, riorganizzare, sembra questa ormai la parola d’ordine e il cruccio principale delle Direzioni Regionali delle Entrate. Ne abbiamo avuto l’ennesima prova ieri, quando si è tenuta una riunione presso la Direzione Regionale della Sicilia con all’ordine del giorno la situazione di emergenza dell’ufficio di Palermo 3. La tesi esposta dall’amministrazione è stata la seguente: vista la situazione in cui versa l’ufficio (locali non pienamente idonei, area servizi e area controllo collocati in due posti fisici distanti tra loro) e considerato che bisogna riorganizzare, iniziamo con la chiusura di Palermo 3. E poi si vedrà. Anziché discutere delle questioni che investono la funzionalità dell’ufficio, i disagi dei lavoratori interessati (comunque orgogliosi di appartenere a questo ufficio e di riuscire a svolgere al meglio il loro lavoro pur in condizioni non certo ottimali, come hanno fatto notare i membri della RSU presenti all’incontro) e le possibili soluzioni, l’amministrazione ha tentato di utilizzare questa problematica come cavallo di troia per spianare la strada alla riorganizzazione dell’agenzia a livello provinciale. La proposta dell’amministrazione è stata infatti la chiusura in tempi brevi dell’ufficio tanto che pareva di essere quasi di fronte a una riunione informativa.

 

Che la riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate sia ormai un fatto, è evidente; che l’Agenzia come la conosciamo non ci sarà più è altrettanto evidente. Ma che il processo riorganizzativo avvenga “a spizzichi e bocconi”, senza l'esposizione di un piano complessivo organico e ragionato, sia in termini di funzionalità sia in termini di ricadute sui lavoratori, no, questo non ci sta bene. Sia chiaro quindi che la nostra organizzazione sindacale fronteggerà e ostacolerà ogni atto che in nome della riorganizzazione abbia un impatto negativo sulla vita concreta dei lavoratori. Fosse anche spostare una scrivania o traslocare da un piano all'altro, noi ci opporremo e chiederemo ogni più ampia garanzia che la ristrutturazione dell'Agenzia delle Entrate avvenga secondo passi noti alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori. Noi siamo fermi all'informativa nazionale, secondo la quale la nascita delle direzioni provinciali avverrebbe su un piano strettamente logico, diciamo pure virtuale e che nessun ufficio sarebbe stato chiuso e nessun lavoratore sarebbe stato messo in mobilità. Questo abbiamo sentito e a questo ci atteniamo e ci atterremo in futuro.

 

Noi non crediamo alla favola della riorganizzazione come ce l'hanno raccontata. Sappiamo che sarà dolorosa e vogliamo che sia trasparente. Non si può immaginare che processi così importanti che avranno ricadute significative sui lavoratori, sui servizi offerti ai cittadini, sull’incisività della lotta all’evasione, sul funzionamento complessivo dell’amministrazione finanziaria, avvengano senza una visione chiara e complessiva. Nel 2009 i lavoratori pagheranno l'azzeramento del salario accessorio e a essi non potranno accollarsi altri sacrifici come la mobilità, lo stravolgimento dell'ordinamento professionale, la definitiva spaccatura fra servizi e controlli con l'esito di una sorte incerta e oscura per entrambi i settori. Abbiamo quindi ribadito la nostra contrarietà alla chiusura dell’ufficio di Palermo 3. Su questa posizione si sono trovate d’accordo anche le altre sigle sindacali, oltre ai rappresentati dei lavoratori dell’ufficio stesso. La forza delle nostre ragioni ha bloccato per il momento la chiusura, mentre la direzione ha deciso una nuova convocazione quando sarà più chiaro come dovrà avvenire la riorganizzazione a livello provinciale. Qualche sigla sindacale durante l’incontro ha paventato la possibilità, così ci è sembrato di capire, che con il nuovo modello organizzativo si potrebbero creare sportelli (leggi aree servizi) presso le varie circoscrizioni comunali della città. Tale proposta, comunque non formalizzata, è stata motivata con la necessità di garantire servizi in maniera capillare a tutti i cittadini. Siamo quindi alla concertazione dell'esternalizzazione? Rdb contrasterà anche questo possibile scenario perché è contraria allo spezzatino delle funzioni istituzionali. L'esternalizzazione comincia sempre con il prestito di un mignolo e finisce con la svendita del corpo intero!

 

Qualcuno va dicendo in giro che i dipendenti pubblici si vergognano di dire ai propri figli il lavoro che fanno. Ieri noi abbiamo avuto un’impressione completamente diversa: i lavoratori dell’ufficio di Palermo 3 hanno difeso con forza quanto da loro fatto, il loro lavoro quotidiano, i sacrifici che giornalmente si sobbarcano per garantire i servizi anche quando devono affrontare inefficienze organizzative non dipendenti certo da loro. Abbiamo visto e sentito un orgoglio e una dignità notevoli. È questa la vera ricchezza dell’Agenzia. Dobbiamo rafforzarla, non disperderla. Anche per questo siamo contrari agli spezzatini.