Territorio - Decentramento, chi mangia chi
Il 4 marzo l’ANCI (Associazione Nazionali Comuni Italiani) ha richiesto alla “Commissione Finanze” del Senato, che si concluda il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni orami in sospeso da oltre 12 anni. Nella stessa giornata il sottosegretario all’Economie e Finanze dott. Casero ha annunciato l’apertura di un tavolo tecnico per ridefinire le funzioni catastali. L’Agenzia del Territorio, con un comunicato si è resa disponibile alla riapertura di “un percorso atteso da molto tempo”.
Nel suo intervento presso la Commissione, l’ANCI ha sottolineato la necessità di giungere in fretta alla definizione del passaggio del Catasto ai Comuni e soprattutto allo sblocco dei fondi a favore delle amministrazioni locali che hanno investito in proprio credendo nel processo di decentramento. La volontà, espressa dall'ANCI, è quella di trovare una soluzione che consenta ai Comuni stessi di gestire il territorio in maniera diretta operando in stretta collaborazione con l'Agenzia del Territorio.
Un aspetto essenziale per la riuscita del processo, sottolinea l'ANCI, è quello finanziario, si chiede lo sblocco di circa 59 milioni. L'Associazione chiede che la funzione di gestione amministrativa del Catasto sia inserita nello schema di ddl Calderoli, all'esame della Camera, fra le funzioni fondamentali dei Comuni.
Questo risveglio da parte dell’ANCI ci preoccupa e anche se alcuni progetti di revisione del decentramento, prospettati dall’Agenzia del Territorio,potrebbero anche essere condivisibili occorre scoprire chi vincerà questo braccio di ferro. Si parla di decisioni tecnico-organizzative che nascondono in realtà voglia di potere e di arraffare soldi dallo Stato. Non si capisce perché un servizio funzionante, ben rodato e presente sull’intero territorio nazionale deve essere smantellato e riorganizzato invece di essere potenziato e reso accessibile (ma non modificabile) a più soggetti.
Quello che chiediamo all’Agenzia del Territorio è di non trattare il sindacato come comprimario, perché, non bisogna dimenticare, che dietro alle questioni tecniche ed organizzative ci sono i lavoratori che occorre coinvolgere nei processi di trasformazione per evitare che accada come nel passato di dover chiamare i lavoratori alla mobilitazione e allo sciopero contro DPCM assurdi che distruggevano il Catasto in migliaia di pezzettini ingovernabili utilizzabili dagli Amministratori locali soltanto per effettuare i loro loschi interessi gettando al vento professionalità e competenze, dei lavoratori, acquisite negli anni.
Se non saremo chiamati ai tavoli delle trattative, se non verrà valutato il nostro punto di vista, se non saranno fermati i Poli catastali che non rispettano le regole, noi, con il supporto dei lavoratori, faremo di tutto per ostacolare inutili e costose manovre distruttive del Catasto Italiano.
Noi non resteremo a guardare inermi compiere questo scempio.
NO al decentramento delle funzioni catastali!