Argomento:

Territorio - Linciaggio Mediatico

Accusato da Striscia la notizia impiegato del Catasto si suicida un anno dopo

Roma -

Un anno fa il fatto, il prologo che porterà alla tragedia in questi giorni: nell’ambito delle inchieste scandalistiche portate avanti da «Striscia la Notizia», all’interno dell’attacco mediatico costruito sulla campagna anti fannulloni e sul furto dello stipendio da parte dei dipendenti pubblici, viene filmata una scena in cui un  dipendente dell’Agenzia del Territorio, il 59enne L. M., senza averli richiesti, accetta 20 euro per il rilascio di una pratica.

Scatta una indagine interna culminata nel licenziamento in tronco e ieri mattina l’uomo ha deciso di farla finita lanciandosi dal balcone di casa. Il fatto viene ben raccontato nell’articolo del corriere che trovate allegato.

Lo vogliamo dire chiaramente: questa vicenda è il frutto avvelenato di quella vergognosa campagna denigratoria che da troppo tempo si sta abbattendo sui lavoratori pubblici e che contempla persino la gogna massmediatica. Chi non ricorda le terribili parole pronunciate nel 2009 dall’allora Ministro Brunetta (. "Il tornitore alla Ferrari ha il sorriso e la dignità di dire al figlio che cosa fa, l'impiegato al catasto no").?

Che pena vivere in un paese dove si considera "normale" il suicidio di un uomo accusato sulla base di semplici presunzioni. Quest’uomo é stato marchiato come corrotto davanti a milioni di persone grazie allo scoop di una televisione.

La vicenda presenta una serie di illogicità. Anzitutto si dà per scontato che un comportamento che prefiguri un reato vada riferito ad una rete televisiva.  Ancora: soggetti non abilitati come quelli di Striscia si autonominano investigatori e filmano senza autorizzazione, dei lavoratori all’interno di un ufficio pubblico, luogo ove, come è noto, è vietato effettuare riprese.

I cittadini o i media avrebbero dovuto rivolgersi all'autorità costituita, una volta venuti a conoscenza del presunto reato o del presunto comportamento illecito. Ed invece ciò non è avvenuto, poiché nessun avviso di garanzia è stato mai notificato al diretto interessato.

L'episodio rivela, inoltre, un deficitario governo dei fatti da parte dei dirigenti del catasto. La sanzione adottata dall’amministrazione (il licenziamento) appare avventata ed assolutamente sproporzionata rispetto all’entità del fatto (tutta da provare). Ed invece i dirigenti del catasto hanno optato per la soluzione più semplice: licenziare il lavoratore. Anche se nulla prova che il destinatario della somma fosse consenziente, nè che abbia in precedenza accettato altro denaro, o preteso del denaro. E’ stato sufficiente il semplice sospetto. Evidentemente, la presunzione di innocenza non vale per i dipendenti pubblici, da troppo tempo considerati lavoratori e cittadini di serie B…

A tal proposito ricordiamo che circa un anno fa i vertici dell’Agenzia del Territorio sono balzati agli onori della cronaca per aver utilizzato un milione e mezzo di euro di spese per comunicazione istituzionale e rappresentanza. In quell’occasione come USB abbiamo invitato l’agenzia a dimostrare l’infondatezza di tale notizia (senza tra l’altro ottenere alcuna risposta). Crediamo che l’Agenzia del Territorio, invece di procedere al licenziamento per soddisfare l’opinione pubblica, avrebbe dovuto riconoscere il diritto di difesa al lavoratore accusato (ribadiamo, senza che allo stesso sia pervenuto alcun avviso di garanzia).

Per quanto riguarda i giornalisti di Striscia diciamo loro che non è con le microspie, con l'inganno, o assumendo identità false che si fa giornalismo.

E prestarsi a veri e propri scoop organizzati al solo scopo di fare audience, non rende un buon tributo all’informazione, perché l'audience non può prevalere sul reale accertamento dei fatti. Ma forse per qualcuno fare giornalismo significa solleticare gli istinti più bassi del telespettatore e contemporaneamente compiacere il potente padrone di turno.

Crediamo sia giusto nutrire profondo rispetto per chi, in  preda della disperazione, arriva al punto di togliersi la vita. E’ un atto che testimonia l’abisso di dolore e sofferenza in cui era precipitato. Crediamo che questa sia l’essenza del tutto.

L’accertamento dei fatti ha ceduto il passo al mondo delle presunzioni.

I giustizialisti a senso unico, i Savonarola di turno sono stati abbondantemente accontentati.  Questa volta però evitate le ipocrite manifestazioni di cordoglio. Fatelo almeno per rispetto dei famigliari della vittima.

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