TOSCANA - AGENZIE FISCALI: il "Brunetta" sotto mentite spoglie

 

IL DECRETO 158/2016

L’ESTATE DI RENZI CI RIFILA IL DECRETO BRUNETTA SOTTO MENTITE SPOGLIE

 

Firenze -

Puntuale, ecco il decreto sulle fasce di merito da applicare alla prossima agognata tornata contrattuale che ripropone, in sostanza, il famigerato decreto Brunetta depurato dal demenziale e improponibile vincolo a collocare obbligatoriamente “nella fascia di merito bassa” il 25% del personale. In cambio di risibili aumenti salariali, senz’altro molto al disotto di quanto perso in quasi un decennio di negazione del diritto al contratto, ci propinano questo boccone velenosissimo che avrà effetti devastanti sulle relazioni di lavoro all’interno dei nostri uffici. Alla base la mitica esaltazione del merito, un sottile quanto falso espediente ideologico, (chi è in grado di giudicare il merito di chi?) funzionale unicamente a dividere i lavoratori, fomentandone la concorrenza e la rivalità, spingendoli dentro la trappola di un sempre più esasperato individualismo. 

Così inibendo la vera forza dei lavoratori, essere uniti in modo consapevole e solidale, si perviene al vero obbiettivo dell’operazione meritocratica, quello della piena subalternità sia a livello soggettivo che collettivo.

Dati gli attuali strumenti di monitoraggio della produzione nelle Agenzie Fiscali che permettono un controllo puntuale e continuo, in termini quantitativi, sul rendimento di ciascuna unità lavorativa, (realtà che la propaganda mediatica sui fannulloni evita sempre di dire) con le fasce di merito si vuole colpire non tanto le disfunzionalità del singolo lavoratore ma il suo comportamento complessivo. In particolare la fascia di merito bassa, che se reiterata può mettere in pericolo lo stesso impiego, rappresenta un deterrente contro tutti coloro che esprimono posizioni troppo critiche e conflittuali nei confronti dell’Amministrazione.

E tutto il dispositivo di premi e sanzioni applicate ai dirigenti e impattanti sui “supremi valori” di questa categoria di persone - denaro, carriera e prestigio personale - ha come unico scopo, di incentivare e legittimare forme di controllo gerarchico e disciplinare sempre più pressanti sui propri subordinati.

Altro che il lavoro come luogo di emancipazione, di controllo democratico e di condivisione dei fini, come già da molto tempo nel “privato”, avanzano inesorabilmente rapporti di lavoro  schiettament  autoritari, che si riaffermano grazie alle solite complicità sindacali e purtroppo anche alla passività e inerzia di molti lavoratori.

Cosa dicono i sindacati che in recenti assemblee si dichiaravano assolutamente contrari al decreto Brunetta?

Sono pronti ad accettare la versione di Padoan che ne conserva tutto l’impianto e la filosofia, magari contrattando valutazioni più “scientifiche” (??), in termini di percentuale o di criteri, per addolcire la pillola e far digerire un sistema valutativo che andrebbe, sotto ogni profilo, risolutamente rigettato?