Toscana - Agenzie Fiscali, la manovra
Attacco gravissimo al lavoro e alla democrazia
Il governo Berlusconi ( il più inetto, screditato e reazionario della storia della repubblica) presenta il conto della crisi provocata dalla dittatura finanziaria puntualmente alle classi lavoratrici e popolari:
Tagli devastanti ai servizi sociali (già ridotti all’osso dalla continua erosione della spesa sociale prodotta dalle finanziarie dell’ ultimo ventennio);
Aumento delle tasse con il taglio delle agevolazioni fiscali e l’inevitabile incremento delle addizionali regionali e comunali per effetto delle ulteriori riduzioni dei trasferimenti finanziari dello stato;
Massacro dei pubblici dipendenti (il bersaglio più facile dopo anni di diffamazione), con decurtazioni retributive, blocco dei contratti, il taglio della tredicesima, e il rinvio della riscossione della buonuscita, in ultimo anche il possibile trasferimento coatto per volontà dell’amministrazione.
Ma il governo non si limita a questo, e procede per una definitiva e strutturale modifica dell’assetto costituzionale, dei diritti e del mercato del lavoro:
Introduzione nella costituzione del pareggio di bilancio che si tradurrà nei prossimi anni in una sistematica distruzione di quanto rimane dello stato sociale;
Privatizzazione obbligatoria entro il 2012 dei servizi pubblici locali di rilevanza economica in totale dispregio della volontà di 27 milioni di elettori che con il referendum 1 avevano optato per la loro esclusiva gestione pubblica contro ogni intervento di carattere privato in tale ambito di preminente interesse collettivo;
Modifica dell’art. 41 che elimina ogni responsabilità sociale da parte delle imprese, il cui unico motore diventa il profitto scisso da qualsiasi regolamentazione legislativa e di carattere socio-ambientale;
Eliminazione di fatto dello statuto dei lavoratori, dell’art 18, del contratto nazionale e legittimazione retroattiva degli accordi separati firmati da Cisl e Uil a Pomigliano, Miraforiori e Grigliasco sancendo in modo definitivo e irreversibile il via libera alla flessibilità totale nel mercato del lavoro e il pieno dominio del capitale sul lavoro;
Soppressione delle feste del 1 maggio e del 25 aprile altamente significative per l’identità’ e la cultura operaia e democratica.
E tutto questo senza toccare i patrimoni del 10% degli italiani che posseggono oltre il 50% della ricchezza nazionale, le spese militari, le inutile e dispendiosissime grandi opere ….etc.
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