Toscana - Rinnovo del contratto: così no, grazie!
Non bastavano i nostri manager illuminati, il governo e l’ARAN… adesso (?) anche la Confindustria entra a gestire i nostri contratti elargendo consigli… o direttive. Del resto si sa, l’industria italiana è così ben guidata da avere sempre bisogno di contributi ed aiuti vari dallo Stato, ed è quindi con merito che può ingerire nella gestione della Pubblica Amministrazione!
- Limitazione del part-time ai casi in cui “sussistano serie motivazioni”,
- inasprimento della “tassa sulla malattia”,
- occhi puntati sulla “anomala diffusione di disabilità addotte per fruire di permessi retribuiti e di trasferimenti”.
Sono queste alcune delle proposte che l’Agenzia ha formulato al Dipartimento della Funzione Pubblica in vista del rinnovo del contratto collettivo di comparto e che si ritrovano nella lettera con la quale il direttore dell’Agenzia delle Entrate Massimo Romano ha risposto al Presidente di Confindustria Montezemolo.
Ammalarsi è ormai un attentato all’economia dello stato e si dichiara, in modo impreciso, che chi si ammala per 15 giorni perde 250 euro, senza considerare, invece, che oltre alla riduzione dell’indennità di amministrazione si perdono anche altri “incentivi”: Ma forse chi scrive, se prende un bel febbrone, sta a casa senza decurtazioni di sorta, per cui non ha ben chiaro il concetto come ce l’ha, invece, chi deve arrivare in fondo al mese con difficoltà. E quando rientra da una malattia o dalle ferie deve sbrigarsi a smaltire l’arretrato, perché con la produttività non si scherza!
L’art. 32 della nostra Costituzione sancisce il diritto alla salute, ma non per i “semplici” dipendenti delle Agenzie fiscali, a quanto pare.
E nessuna menzione al fatto che il part–time ce lo paghiamo e che nel passato si è addirittura spinto verso questa tipologia di contratti per far risparmiare l’amministrazione!
Del resto il nostro Direttore già in precedenza aveva classificato fra gli assenteisti chi usufruisce di tali contratti.
Molto encomiabile anche l’appello al contributo di Confindustria per “stimolare il cambiamento della Pubblica Amministrazione italiana, con la capacità di analisi dei problemi che le è propria”. Ma i manager della P.A. cosa sanno fare? (per non parlare dei consulenti pagati a peso d’oro…). Questa è un’ammissione di incapacità. Ma del resto i nostri manager non pagano mai, nessuna responsabilità per le loro scelte sbagliate!!!
Perché non quantificano ad esempio (lo hanno saputo fare per le assenze dei dipendenti) quanto è costata la loro scelta “sbagliata” di aprire gli uffici decentrati sul territorio, e quanto costerà adesso chiuderli? E chi pagherà per questa scelta “sbagliata”?
Staremo a vedere quale sarà la posizione delle altre organizzazioni sindacali su queste ed altre proposte che l’ARAN metterà sul piatto del rinnovo contrattuale, a discapito dei diritti di tutti i lavoratori.