Trento – Entrate, la mala gestone dello smart working e la segnalazione al CUG

Trento -

Alla Dp di Trento lo smart working viene gestito in maniera da creare discriminazione, sudditanza e violenza psicologica e per questo USB ha chiesto l’intervento del Comitato Unico di Garanzia per le Pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG) dell’Agenzia delle Entrate e ha evidenziato il problema anche alla Direzione Centrale Risorse Umane.

In spregio al Regolamento dell’Agenzia delle Entrate sullo smart working i lavoratori e le lavoratrici di Trento non possono presentare domanda indicando i giorni della settimana che preferiscono ma sono costretti a fare richiesta così come viene imposta dall’Amministrazione e chi osa presentare domanda seguendo il regolamento deve attendere trenta giorni (il tempo massimo consentito per le risposte) per vedersi respinta la domanda – nemmeno una ne è stata accolta!

A Trento poi si rifiutano due giorni di smart working concedendone uno soltanto perché non ci sarebbe “abbastanza autonomia nello svolgere il proprio lavoro”, quando poi, nei giorni in presenza, non c’è nessun affiancamento e in caso di necessità, si telefona al collega o al responsabile che non sa neppure se si è in presenza o in smart working.

Come si fa ad essere autonomi per un solo giorno di smart working ma non per due. Qualcuno sa spiegarlo. Certamente no! Ma la logica a Trento non è di casa.

A Trento si trasforma lo smart working in telelavoro applicando 5 ore di contattabilità (il massimo consentito) che a conti fatti, tenendo conto della flessibilità in entrata e in uscita e della pausa pranzo che si hanno quando si lavora in presenza rendono di fatto nullo lo spirito della normativa (art. 18 legge 22 maggio 2017, n. 81) che prevede una maggiore autonomia per il lavoratore al fine di conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro, senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro.

A nulla servono neppure le indicazioni del Presidente dell’ARAN che suggerisce ai Dirigenti della Pubblica Amministrazione di utilizzare maggiormente lo smart working perché “… non è solo una questione di benessere dei lavoratori, ma di efficienza dei servizi. Perché un dipendente che lavora da remoto, in un ambiente più confortevole, è anche più produttivo e concentrato. La PA deve imparare a reagire con prontezza, come farebbe un buon leader: adattarsi, innovare, anticipare. Non serve attendere il prossimo decreto. Serve buon senso, responsabilità e un pizzico di coraggio”.

Per gestire un ufficio occorre autorevolezza non autoritarismo.

USB PI Agenzie Fiscali