Valutazione della prestazione individuale. Facciamo il referendum.

Bologna -

Riportiamo di seguito la lettera che abbiamo inviato al Direttore dell'Agenzia delle Entrate dell'Emilia Romagna, alle OO.SS. regionali di comparto, a tutti i Lavoratori della regione.


L’accordo in oggetto, definendo i criteri ai quali le trattative negli uffici della regione dovranno attenersi per l’imminente ripartizione del Fps 2005, traccia ancora una volta esattamente le linee già adottate per la suddivisione del Fps degli anni 2003 e 2004.

Tale scelta rinnova pertanto quelle che riteniamo gravi criticità già emerse negli ultimi anni: 

·    L’accordo regionale definisce già le modalità di ripartizione dell’intero budget assegnato a ciascun ufficio. Non un solo euro rimane alla contrattazione dell’ufficio locale.

Le contrattazioni degli uffici locali vengono così concretamente imbrigliate e blindate, mortificando a nostro avviso tale livello di contrattazione al limite dell’inutilità.

·         Non solo, non sfuggirà come la scelta di non lasciare un solo euro alla libera contrattazione d’ufficio renda impossibile correggere immancabili distorsioni e attenuare, ove ve ne sia la volontà, le eccessive differenze di attribuzione economica ai singoli lavoratori che l’accordo, come dimostrato dall’esperienza degli ultimi 2 anni, comporta. 

·         L’accordo regionale codifica e ripropone ancora i criteri per la remunerazione della prestazione individuale: la valutazione, formalmente indicata quale mera possibilità per le parti trattanti negli uffici.

Ecco, questo, a conti fatti, ci sembra l’unico vero compito al quale vengano chiamate le Rsu ed in genere le contrattazioni negli uffici: il dovere di condividere la scelta della valutazione, visto che l’esperienza di questi ultimi anni insegna che quasi sempre la Parte Pubblica oppone negli uffici sistematicamente tale pregiudiziale, paventando così nei fatti il blocco delle trattative e conseguentemente del pagamento ai lavoratori.

Nonostante la nostra nota contrarietà all’impianto dell’accordo, alla ricerca di un compromesso, in sede di trattativa regionale abbiamo manifestato la volontà di firmare l’accordo se solo si fosse posto rimedio a quanto sopra.

A tale scopo abbiamo proposto:

  1. di svincolare e “liberare” alle trattative locali il 50% del budget di produttività assegnato a ciascun ufficio
  2. nel caso in cui le parti trattanti in un ufficio concordassero la valutazione, di sottoporre tale decisione a referendum dei lavoratori dell’ufficio medesimo. 

Ci sembrava un compromesso ragionevole ed un doveroso atto di coraggio di condivisione delle scelte con i lavoratori. Le Parti al tavolo regionale hanno scelto diversamente, e noi siamo rimasti unici a non sottoscrivere l’accordo.

Resta però, a nostro avviso, un accordo non solo gravato dalle criticità esposte, ma soprattutto generalmente sgradito ai lavoratori soprattutto nella parte che riguarda la valutazione.

La massiccia partecipazione alla raccolta di firme proposta già 2 anni fa in parecchi uffici della regione, l’esito delle assemblee tenute non solo da questa Organizzazione ma anche dalle Rsu degli uffici, il risultato chiaro e forte dell’unico referendum concesso e svoltosi in proposito in un ufficio, mostrano a nostro avviso in modo inequivocabile gli umori dei lavoratori.

Se anche questo nostra convinzione fosse errata, crediamo siano comunque doverosi per tutti il coraggio e la correttezza morale di misurare scelte così importanti e profonde con il consenso dei lavoratori: ci permettiamo di evidenziarlo, stiamo parlando di loro emolumenti già lavorati ma non ancora riscossi. E di un modello quale quello valutativo che questa Direzione Regionale, unica in tutto il Paese, ha così tanto contribuito a spingere con questi accordi.

Non farlo, soprattutto in una situazione in cui c’è comunque quanto meno il fondato sospetto della mancata condivisione delle scelte da parte dei lavoratori, potrebbe apparire come un’azione di forza a prescindere da parte dei soggetti firmatari.

Siamo certi che sia interesse di tutti. Non un mero atto di sensibilità democratica ma, ripetiamo, il coraggio e la correttezza morale di sottoporre scelte così importanti al giudizio di coloro che sono per un verso unica ragione d’essere dei soggetti sindacali e per l’altro gli autori concreti del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenzia.

Per questo, chiediamo che tutte le Parti concordino e si adoperino nel sottoporre ufficialmente la validità dell’accordo regionale siglato il 18 dicembre 2006 a consultazione referendaria con i lavoratori della regione.