Veneto – Entrate, DP di Vicenza: USB non firma il protocollo sulla sicurezza: non si possono accettare due pesi e due misure!

Vicenza -

Malgrado i due incontri al tavolo di contrattazione in tema di sicurezza per la DP di Vicenza siano stati proficui e nonostante il dirigente abbia dimostrato una particolare sensibilità rispetto alle misure di sicurezza da rinnovare per trovarne una conciliazione con le previsioni del D.M. dell’8 ottobre scorso che detta la prevalenza dell’attività lavorativa in presenza, tematiche che risultano essere particolarmente delicate soprattutto in questi giorni di aumento dei contagi, come USB PI non ce la siamo sentiti di sottoscrivere il protocollo che non adotta una proposta di buon senso a tutela dei dipendenti genitori di figli di età inferiore ai 14 anni, quando il dirigente prevede l’attività scolastica in DAD.

Partendo dalle misure previste dall’accordo siglato al tavolo nazionale, abbiamo vigilato affinchè quelle misure di tutela non venissero disattese in sede di contrattazione decentrata e abbiamo provato a migliorarne il testo, ove possibile, adattandolo alle peculiarità delle sedi della Direzione Provinciale di Vicenza. Abbiamo posto grande attenzione al tema della capienza delle stanze per le quali abbiamo ribadito che la compresenza sia prevista solo ove possibile, subordinata al mantenimento delle condizioni di sicurezza, prevedendo, in stanze con più postazioni, la programmazione delle compresenze preferibilmente tra colleghi che hanno le scrivanie più distanti tra loro senza superare mai la capienza massima del 50% oltre a verificare che le stanze con più postazioni, soddisfino la misura prevista dall’accordo nazionale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, secondo il quale la superficie minima che deve essere garantita è quella di 10 mq a persona.

Rispetto alla bozza di protocollo proposta dall’Amministrazione e con particolare riferimento al tema del calcolo della prevalenza prescritta dal D.M. dell’08 ottobre scorso, abbiamo ribadito che va assicurata una prevalenza dell’attività lavorativa in presenza attraverso il conteggio del monte ore e non attraverso il calcolo delle giornate di presenza, chiedendo di limitare al massimo le compresenze soprattutto nel caso in cui il numero di contagi fosse tale da comportare un cambio di “colore” per il territorio di riferimento. Come USB PI abbiamo inoltre posto grande attenzione ai casi che prevedono l’esclusione dalla prestazione lavorativa in presenza. Il testo proposto dall’Amministrazione, si limitava a riproporre quanto previsto dal protocollo nazionale, ossia che l’esclusione dal lavoro in presenza, oltre ai lavoratori fragili e conviventi con ultraottantenni, fosse garantita ai dipendenti genitori di minori di 14 anni per il periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente. In primo luogo abbiamo chiesto ed ottenuto che venisse eliminato dal testo il termine “convivente” a tutela dei dipendenti genitori separati che comunque potrebbero essere in isolamento per aver accudito in figlio minore, prima della quarantena.

Un atteggiamento di chiusura è stato adottato dall’Amministrazione alla richiesta di estendere analoga tutela di esclusione dell’attività lavorativa in presenza anche a tutti quei dipendenti, genitori di minori di 14 anni, per i quali viene disposto lo svolgimento delle lezioni in DAD da parte del dirigente scolastico che interviene con carattere di urgenza quando il Dipartimento di prevenzione sanitaria non è in grado di agire in tempi adeguati contenere la diffusione del contagio. La richiesta, fatta all’Amministrazione in ragione della nota congiunta del Ministero dell’Istruzione e del Ministero della Salute del 6 novembre 2021 prot. 1218, voleva dare risposta ad una problematica oggi molto frequente, considerato il fatto che il virus si sta diffondendo con maggiore rapidità proprio tra i giovanissimi. In sede di trattativa abbiamo cercato di spiegare  che il buon senso dimostrato dall’Amministrazione nel gestire queste situazioni, anche nei mesi passati, non fosse sufficiente ad escludere le giornate di lavoro da remoto dal computo della “prevalenza” delle giornate lavorative da rendere in presenza, e che invece questa tutela andava estesa ai dipendenti genitori di figli per i quali l’attività didattica in presenza viene sospesa dal dirigente scolastico considerato che ricorrere alla DAD risulta sempre una misura indipendente dalla scelta del lavoratore. Ricorrere a giornate di congedo COVID-19 retribuite al 50%, soluzione suggerita dall’Amministrazione in casi di questo tipo, risulta essere una soluzione penalizzante sia per l’Amministrazione perché rinuncia all’apporto lavorativo del dipendente, sia per la collega o il collega che, optando per tale soluzione, deve rinunciare alla retribuzione giornaliera nella misura del 50%.

La chiusura da parte dell’Amministrazione a questa nostra motivata istanza, comporta che a fronte a due situazioni similari e non dipendenti dalla volontà del personale (figlio in quarantena predisposta dalla ASL e figlio in DAD per decisione del dirigente scolastico) si avallino soluzioni differenti, adottando “due pesi e due misure”.

USB PI non ha sottoscritto il protocollo, certi che, nonostante siano state accolte alcune proposte che hanno migliorato il testo iniziale, l’accordo per i dipendenti genitori di figli minori di 14 anni non prevede le medesime tutele a tutto il personale.

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