Veneto - Entrate e la "supercazzola"
In quale altro modo definire sennò la risposta del Direttore Provinciale di Verona alle organizzazioni sindacali sulla questione delle intimidazioni al personale in occasione dello sciopero provinciale del 23 maggio?
Ci si aspettava una smentita netta e chiara, pure un tantino piccata magari, ed invece sono arrivati solo arzigogoli e divagazioni varie lontane dal nocciolo della vicenda in discussione.
Una risposta “a reti unificate”, data con due lettere distinte ma di uguale contenuto inviate alle organizzazioni sindacali che avevano sollevato la questione delle ritorsioni ventilate nei confronti del personale che avesse partecipato allo sciopero e che il fitto rincorrersi delle voci davano come affermazioni pronunciate nel corso di una riunione con capi team e capi area.
Pur con la deferenza dovuta al ruolo istituzionale ricoperto, come non considerare più un tentativo di depistaggio che una prova di estraneità ai fatti contestati il contenuto di tali note?
Lo stesso richiamo, con cui si concludono le note del Direttore, all’ampia disponibilità manifestata a rivedere i provvedimenti emanati qualora si rivelassero delle criticità nella loro applicazione, suona come un tentativo di spostare l’attenzione su quella che, da parte sindacale, sarebbe una contestazione sproporzionata alle sue disposizioni.
Ma di quali altre criticità è in attesa il Direttore Provinciale di Verona dopo che duecentosessanta persone gli hanno chiesto con una petizione di modificare la disposizione sui piani ferie, un altro 40%, pur sotto minaccia di ritorsioni, è arrivato a contestarla fino allo sciopero e chi quei piani ferie annuali li ha compilati lo ha fatto nella stragrande maggioranza dei casi solo per paura dei provvedimenti disciplinari previsti per chi non ottempera all’ordine di un superiore ?! ...
Di questo passo, a noi pare che la ancor maggiore criticità di cui dovrebbe cominciare a cogliere i segnali il Direttore è lo scollamento che rischia di insinuarsi tra lui e la collettività dei lavoratori della DP di Verona che, ad ormai sei mesi dal suo insediamento, tutto si sentono tranne che ascoltati, motivati e stimolati.