Veneto - Entrate, Non chiedete al condannato di dare l'assenso al boia
Vertenza Orario di lavoro alle Entrate del Veneto, non firmiamo accordi a perdere!
Dopo l’assemblea regionale del 24 febbraio che ha “assediato” la Direzione Regionale delle Entrate del Veneto ribadendo che sull’orario le trattative andavano fatte a livello di singola DP senza vincoli fotocopia posti dalla DRE e in cui tutte le sigle sindacali si erano impegnate a non firmare accordi che prevedessero il taglio della flessibilità e il posticipo dell’orario di apertura dalle 7.30 alle 7.45;
Dopo le elezioni RSU del 5-6-7 marzo che hanno premiato l’impegno di USB, nel difendere i diritti dei lavoratori, facendola diventare il 1° sindacato alle Entrate del Veneto con 24 delegati RSU eletti e 537voti su 2006 voti validi;
La DRE, limando le sue precedenti proposte di tagli alla flessibilità, ha fatto iniziare nuovamente, le convocazioni da parte delle DP sull’orario di lavoro (già in quattro Province: Ve, Ro, Tv, Bl ...) per cercare di fare risultare come libero accordo tra le parti quella che è una imposizione.
Nella DP di Rovigo, dopo la firma di una preintesa in data 26 aprile, non sottoscritta da USB, nella giornata di mercoledì 2 maggio si è svolta la votazione da parte del personale presente all’assemblea, che con 15 voti contrari e 46 favorevoli ha avallato la preintesa.
Da CGIL CISL UIL questa firma è stata presentata come il modo di “portare a casa” meno danni rispetto a quelli prospettati all’inizio della vertenza (ottobre 2011).
Come USB, abbiamo affermato che quella non era una libera trattativa, perché inficiata dalla minaccia da parte della DP che, in caso di mancata sottoscrizione dell’Accordo che prevede il taglio di 15 minuti della flessibilità in entrata e l’imposizione per tutti e tre gli uffici del Rodigino di 2 ore settimanali in più di front-office, la DP “avrebbe potuto” imporre tagli peggiori.
Non era una trattativa libera allora, così come non lo è oggi.
Sempre USB, ha ribadito che non si può accettare alcun taglio della flessibilità in entrata, perché quel taglio non ha ragione d’essere, se non nell’ottica di instaurare progressivamente un regime da caserma (oggi 7,45 domani chissà) per poi, a cascata, peggiorare ancora di più l’ambiente di lavoro.
Così come non si può nemmeno accettare con fatalismo, perché voluto da “Roma”, l’adozione in tutti e tre gli Uffici del rodigino delle 26 ore settimanali di apertura, con carichi di front-office sempre maggiori che gravano sempre sulle stesse persone.
Se deve essere imposizione, che imposizione sia, ma non chiedete al condannato che dia l’assenso al boia!
USB pertanto non ha firmato questo accordo a perdere e l’ha affermato pubblicamente appena terminata la votazione. Infatti, firmare un accordo che poi vale “erga omnes” per tutti i dipendenti deve vedere l’assenso dei lavoratori, ma ci riteniamo liberi di non firmare una riduzione di diritti imposta con il ricatto, perché così non stiamo vincolando nessuno, ma segniamo un percorso di contrarietà al taglio dei diritti.
Come primo sindacato alle Entrate nel Veneto, vogliamo onorare la fiducia che ci hanno espresso i lavoratori con il voto delle RSU, sviluppando capillarmente, ufficio per ufficio, assemblee su come difendere i diritti, dalla flessibilità, al part time, alle progressioni per tutti, ai rinnovi contrattuali negati fino al 2017, fino alla difesa dell’art.18 e contro i “licenziamenti” nel pubblico impiego! Per quanto riguarda l’orario non seguiamo l’esempio di Rovigo, non accettiamo tagli, perché la logica del meno peggio non ha mai pagato e continuerà a non pagare!