Veneto - Entrate, Padre Padrone
Il piano ferie lungo un anno imposto dal nuovo Direttore Provinciale
Mettiamola così. Un tizio che conoscete viene da voi e cordialmente vi propone di adottare un certo comportamento perché ne trarreste sicuramente dei benefici.
Voi vi sentite lusingati che qualcuno si occupi di voi e del vostro benessere ma non potete fare a meno di manifestare le vostre perplessità su quanto vi viene prospettato.
Il tizio insiste e voi, per non entrare in urto con lui e uscire da una situazione che si sta facendo imbarazzante, vi rendete disponibili ad assecondarlo, pur senza impegno, per dargli la soddisfazione di provare ciò che vi consiglia.
Il tizio, però, non molla, il suo aplomb inziale comincia a mostrare delle crepe, vi fa capire che sarebbe preferibile che vi adeguaste senza esitazioni ai suoi voleri perché in fondo lo sta facendo per il vostro bene.
Questo atteggiamento paternalistico comincia francamente ad indisporvi e vi viene il sospetto che il vostro bene c’entri poco così come i benefici che ne dovreste trarre.
La certezza che sia proprio così ce l’avete quando, dall’oggi al domani, vi viene fatto sapere che a quel comportamento non solo siete obbligati ma vi dovete adeguare pure alla svelta.
Ecco, se vogliamo, così può essere rappresentata la genesi sindacale della disposizione di servizio n. 19/2019 che affida alla sfera di cristallo (ma vanno bene anche i fondi di caffè o la lettura della mano) la previsione di quando saranno le nostre ferie da qui all’anno prossimo.
Una genesi sindacale che si è consumata tra venerdì dell’altra settimana - giorno in cui, tranne la “ribelle” USB, sono state convocate tutte le OO.SS. e la RSU dal Direttore Provinciale per essere informate e discutere del nuovo piano ferie senza che alla fine si arrivasse ad una conclusione chiara - e martedì scorso quando la Direzione ha recapitato alle rappresentanze sindacali la bozza da integrare del verbale della riunione e quella della disposizione di servizio che, nello stesso giorno e sotto silenzio, veniva già protocollata e pubblicata come definitiva sul sito intranet della D.P. Insomma, quell’eleganza nelle relazioni che spesso difetta allo spirito da caserma. Le ragioni del nostro dissenso alla disposizione di servizio in questione sono riassunte in estrema sintesi con quanto abbiamo potuto sostenere nel corso della riunione di venerdì solo come componenti della RSU:
Raccuglia (USB) – “Non condivide l’asserzione di Parte Pubblica che il nuovo regime di programmazione delle ferie risulta funzionale alle esigenze personali dei singoli dipendi.
Il sistema fino ad oggi adottato presenta caratteristiche di flessibilità (piani ferie da definirsi in prossimità dei maggiori periodi di concentramento delle richieste di assenza dal lavoro: Festività di Pasqua, 25 Aprile/1° Maggio, periodo estivo, Festività Natalizie) in grado di contemperare sia le esigenze di chi all’occorrenza può avere la necessità di una programmazione anticipata delle proprie ferie sia di chi ha invece la necessità di legarle alle proprie condizioni psicofisiche del momento (alla cui reintegrazione sono appunto finalizzate le ferie) o a circostanze/occasioni che la vita propone sfuggendo fatalmente ai confini di una eccessiva programmazione.
La bontà del sistema sin qui adottato è del resto testimoniata dalla sua applicazione ultradecennale anche con riguardo, evidentemente, alle esigenze organizzative dell’Ufficio.
Come compromesso, tuttavia, al fine di evitare una probabile contrapposizione frontale tra Direzione dell’Ufficio e rappresentanze sindacale, anche in considerazione dell’anno ormai avviato, si propone che la procedura proposta di pianificazione delle ferie fino alle Festività Natalizie, venga sì introdotta ma solo a titolo sperimentale e consultivo, non vincolante, per saggiarne l’eventuale utilità e gradimento da parte personale mantenendo gli obblighi di programmazione nei termini finora adottati in prossimità dei periodi di maggiore assenza prima elencati.”
Oggi partono le assemblee in tutti gli Uffici della D.P. di Verona e l’augurio non può che essere che alla forza delle ragioni si aggiunga quella della mobilitazione.