Agenzia Dogane Monopoli: Assicurazioni di serie A e di serie B

Roma -

Un’Amministrazione che vuole svolgere in modo efficacie il proprio ruolo, ovvero garantire le entrate fiscali di uno Stato, deve attrezzarsi per farlo al meglio e dotarsi degli strumenti idonei. Invece sappiamo che per le normali attività di verifica che quotidianamente vengono svolte, non disponendo di sufficienti auto di servizio, l’Agenzia si è da sempre affidata alla disponibilità dei dipendenti all’uso delle proprie auto.

Ci si aspetterebbe che, in caso di sinistro, almeno ci si preoccupi di estendere la stessa copertura assicurativa che godono le auto di servizio anche alle auto personali che vengono autorizzate per svolgere quelle che sono attività basilari per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali e molti lavoratori hanno l’ingenuo convincimento che l’amministrazione li tuteli completamente in caso di sinistro.

Invece, leggendo  il “VADEMECUM OPERATIVO PER L’UTILIZZO DELLE COPERTURE ASSICURATIVE RCAUTO”, sottoscritto dall’Amministrazione e valido fino al 31.12.2019, viene fuori che, mentre i mezzi dell’Agenzia sono assicurati con un massimale di € 6.070.000 per ogni evento e per danni a persone ed € 1.220.000 per danni a cose, se l’incidente avviene con l’auto personale del dipendente, le coperture Kasko, invece, prevedono solo un risarcimento fino ad € 8.000,00 per il mezzo e di € 155.000 in caso di morte o invalidità permanente; nessun risarcimento, invece è previsto per gli infortuni, anche gravi, che però non comportino morte o invalidità permanente.

Davvero non comprendiamo la logica dell’Amministrazione che stipula polizze con massimali di oltre sei milioni di euro se si usa l’auto si servizio, mentre per le auto dei dipendenti la copertura scende in maniera così drastica da lasciare sbigottiti.

In alcune dogane poi, dove c’è la disponibilità di auto di servizio, ma non di autisti, si è soliti invece disporre la verifica indicando al funzionario anche quale macchina utilizzare.

In questo caso non dovrebbero esserci problemi, senonché le disposizioni sull’l’indennità di rischio prevedono la corresponsione solo per chi ha il profilo di autista oppure ha una anacronistica abilitazione rilasciata dalla Motorizzazione.

La questione non è tanto l’esiguo importo dell’indennità, quanto la risposta che viene data ai colleghi che chiedono come mai non gli venga corrisposta: non sei abilitato. Ma come? Con un ordine di servizio viene disposta una verifica in un determinato giorno, individuando anche l’auto di servizio da utilizzare, per poi stabilire che non si abilitati alla guida quando si tratta di ricevere l’indennità di rischio? 

Ai Lavoratori chiediamo attenzione su questi aspetti che sono troppo spessi trascurati e poco conosciuti. Se poi pensiamo che per effetto dei tagli al salario accessorio decine di milioni di euro ogni anno non vengono distribuiti fra i lavoratori e rimangono nelle casse dell’Agenzia, queste scelte di risparmio a tutti i costi sulla pelle dei lavoratori ci appaiono ancora più illogiche e meritevoli di una risposta sindacale. La risposta più efficace sarebbe quella che, nell’ambito dello stato di agitazione che USB ha proclamato contro i tagli al nostro salario accessorio, si smettesse di mettere a disposizione la propria auto per le attività di servizio per costringere l’Agenzia a mettere i lavoratori nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi, sia dal punto di vista organizzativo che salariale.