Agenzia Entrate - Definiti i criteri per la valutazione dei titoli: siamo a metà dell'opera

Roma -

Dopo la lunga gestazione, causata anche dalla coincidenza con il periodo pre-elettorale che ha indotto i più prudenti a non affrontare argomenti particolarmente delicati, è stata finalmente varata la prima parte dell'accordo sui passaggi dalla II alla III area giuridica.

 

Si tratta di un accordo relativo alla valutazione e ponderazione dei titoli, che incideranno nel meccanismo complessivo esattamente per metà. Dei 120 punti a disposizione infatti, i candidati dovranno sudarsene la seconda metà attraverso una prova d'esame la cui definizione è stata rimandata a un prossimo accordo da sottoscrivere entro dieci giorni.

 

Inutile dire che la validità di quanto stabilito con l'accordo del 30 novembre e il nostro giudizio complessivo sulla bontà della procedura, sono sospesi proprio perché oggi è possibile esprimere solo un giudizio parziale. A questo proposito diciamo che il nostro giudizio è sufficientemente positivo, tant'è che abbiamo messo la nostra firma seppure specificando con nota a verbale il tenore delle nostre perplessità.

 

Le cose buone sono più d'una: la possibilità di apprezzare l'anzianità giuridica maturata da tutti gli interessati in vigenza del vecchio contratto Ministeri senza sbarramenti di sorta; il principio in base al quale l'esperienza professionale maturata sotto "l'ombrello" del contratto Agenzie Fiscali è uguale per tutti i profili retributivi dell'area (ciò che è in armonia con il principio più volte ribadito della necessità di introdurre un'unica indennità per tutti); l'aver ridimensionato il peso di alcuni "titoli" che i Lavoratori potrebbero aver maturato in condizioni di non uguaglianza di opportunità (i corsi di formazione ad esempio); l'apporto e il contributo dell'anzianità giuridica e dell'esperienza professionale rispetto alla procedura nel suo complesso.

 

Permangono aspetti sicuramente criticabili: uno per tutti l'enorme divario che si apre tra chi può far valere una laurea "vecchio ordinamento" attinente all'attività svolta e chi magari a parità di esperienza professionale e di competenza può partecipare con il "solo" diploma superiore. Ma sempre a proposito di lauree apprezziamo molto il principio introdotto per la valutazione delle lauree triennali che premia il curriculum universitario effettivo, al netto di "sconti" ottenuti grazie a convenzioni con università private.  Poiché tali convenzioni riconoscono l'esperienza professionale maturata in Agenzia, senza il correttivo introdotto dall'amministrazione si sarebbe cumulato un doppio vantaggio in capo ai candidati in possesso di lauree triennali convenzionate.

 

Quanto a ciò che dovrà ancora venire, e cioè la fissazione dei criteri relativi alla procedura d'esame, offriamo alla valutazione di tutti la nostra proposta: i candidati potranno presentare una tesina con la quale esporre i contenuti tecnico-giuridici del lavoro che svolgono ogni giorno e prepararsi poi su dispense predisposte dall'Agenzia delle Entrate per affrontare un colloquio improntato sulla tecnica del problem solving. Cioè dovranno risolvere un problema teorico, partendo da casi di scuola ispirati al contenuto delle dispense.

 

Ci sembra il modo migliore per chiudere una procedura che non è certo la medicina utile a curare tutti i mali della categoria, ma può rappresentare un piccolo passo verso la meta: l'approdo di tutti i Lavoratori in un'unica area giuridica.