Agenzia Entrate - Posizioni organizzative, tutta questione di priorità

Nessuna notizia dal Fondo, nessuna notizia sulle progressioni, ma come si corre sul resto...

Roma -

Le priorità dell'Agenzia delle Entrate non sono quelle di RdB. Abbiamo chiesto da settimane di assicurare alla produttività collettiva una cifra non inferiore ai 92 milioni di euro stanziati nel 2007, allo scopo di garantire una sorta di quattordicesima mensilità a tutti i lavoratori. Cifra da corrispondere con uno o al massimo due parametri in coerenza con il principio della responsabilità giuridica d'area. Abbiamo chiesto di evitare le rate-spezzatino e di corrispondere la cifra in unica soluzione entro la fine dell'anno.

 

Ora, il segnale che abbiamo ripetutamente chiesto al tavolo non è fin qui arrivato. Ci è stato spiegato che fino alla registrazione del DM del 3 settembre 2009 sarebbe stato meglio viaggiare a fari spenti, limitarsi a poche manovre e attendere.

 

Peccato che anche a fari spenti qualcuno ci veda molto bene. Prima è stata tagliata dal fondo una fetta di quasi 10 milioni di euro per la remunerazione delle posizioni organizzative e degli incarichi di responsabilità 2008; poi da questa fetta ne è stata staccata un'altra, di quasi mezzo milione di euro ieri sera, per remunerare altre professionalità attivate nel frattempo unilateralmente dalla stessa amministrazione.

 

Fa sempre bene sentire quanto sono apprezzati i funzionari dell'Agenzia, la loro professionalità e la dedizione al lavoro che consentono all'Agenzia di raggiungere buoni risultati, in un quadro normativo devastato da scudi fiscali e norme che ammiccano agli evasori assai più che ai contribuenti onesti. Fa bene soprattutto quando ad ammetterlo è la stessa amministrazione. Peccato che nel frattempo, con l'abrogazione del Comma 165, i nostri salari sono stati sganciati dai risultati; e peccato anche che certe norme - come lo scudo fiscale - danno segnali molto diversi da quelli che l'Agenzia dice di lanciare. Da quando sono cominciati i tagli al salario aziendale, abbiamo denunciato il tentativo di smantellare l'intera macchina fiscale e il rischio di disincentivare i lavoratori del Fisco che pure hanno continuato a produrre come "muli" anche in assenza di garanzie salariali.

 

In un contesto di tagli alle risorse per noi è prioritario garantire a tutti i lavoratori la minima tenuta delle loro retribuzioni. Ed è altrettanto prioritario difendere il ruolo che è proprio del sindacato, cioè la definizione delle figure professionali sul piano contrattuale, incluso l'aspetto retributivo prima che esse vengano individuate e attribuite "sul campo". Così si va dalla parte sbagliata su entrambe le questioni. L'amministrazione prima fa, prima promette, prima s'impegna e poi chiede al sindacato di tirarla fuori dal cul de sac. E il sindacato dovrebbe togliere e dare, impegnare fondi in un caso e nell'altro no, perché si deve viaggiare a fari spenti, quando fa comodo?

 

Aspettiamo di sapere quanto l'amministrazione intenda mettere sul piatto della retribuzione collettiva. Fino ad oggi è stato tutto un gioco di sottrazioni. Lo sforzo compiuto dall'Agenzia per ridurre l'entità della perdita sarà meglio apprezzato se in quella sede vedremo accolte le nostre richieste. Altrimenti la nostra valutazione sarà negativa. Aspettiamo di vedere se l'amministrazione avrà fretta anche per fare partire il bando per le progressioni tra le aree, prima che la riforma firmata da Brunetta chiuda per sempre le porte delle nostre carriere.