Agenzia Entrate - Ufficio Roma 3: i Lavoratori dicono NO alla valutazione individuale.

Roma -

Da anni nell’Ufficio di Roma 3 il dirigente, i capi area e ora anche la RSU e alcune organizzazioni sindacali tentano di introdurre la valutazione del dirigente per l’attribuzione del salario accessorio. Ne abbiamo viste di tutti i colori ma non eravamo ancora giunti alla situazione paradossale che ci siamo trovati a dover affrontare nelle scorse settimane.

 

Con il beneplacito di alcune organizzazioni sindacali che avevano proposto “un tavolo tecnico” in cui le RSU potessero ratificare il giudizio di capo team, capo area e dirigente, era stato deciso di premiare alcuni Lavoratori con l’attribuzione di quella che qualcuno aveva definito una cifra simbolica.

 

Noi ci siamo fortemente opposti perché questo poteva rappresentare il "Cavallo di Troia" con cui si introduceva la valutazione del Lavoratore, espressa peraltro senza alcun criterio oggettivo e prestabilito e senza alcuna possibilità di controllo e opposizione dei controinteressati.

 

Queste le ragioni che ci hanno portato a dichiarare che avremmo chiamato il personale a pronunciarsi in assemblea, perché noi crediamo nel diritto dei Lavoratori a esprimersi sugli accordi: nessuno ha certo firmato una delega in bianco con l’attribuzione di un voto alle elezioni RSU. Solo a quel punto si è bloccata la firma dell’accordo.

 

Nei giorni seguenti si sono poi svolte varie assemblee, culminate giovedì 12 con quella indetta dalle RSU, in cui i Lavoratori hanno votato a stragrande maggioranza contro quell’accordo.

 

Non possiamo fare a meno di chiederci:

 

Perché da anni nell’ufficio di Roma 3 alcune organizzazioni sindacali e la maggioranza delle RSU sono disponibili a introdurre un meccanismo premiale individuale quando la maggior parte dei Lavoratori è contraria?

 

Qual è il ruolo delle RSU? Quello di legittimare la valutazione del dirigente?

 

A Roma 3 hanno risposto i Lavoratori dicendo un chiaro NO.

 

Noi crediamo si debba ascoltare la voce dei Lavoratori e chiediamo che in nome della dignità, dei diritti e del salario venga una volta per tutte messa la parola FINE allo scempio della valutazione individuale.