Agenzia Territorio - Il catasto degli incendi
L'emergenza incendi scoppiata in questa calda estate 2007 rilancia il ruolo pubblico e nazionale dell'Agenzia del Territorio, della quale si vuole fare uno spezzatino comunale. Il decentramento catastale è il modo migliore per mandare in fumo anche l'esperienza professionale di migliaia di Lavoratori che potrebbero invece essere al servizio del territorio italiano.
Così titola il giornale “la Repubblica” del 30 agosto u.s. un articolo relativo ai gravi fatti incendiari verificatisi questa estate: “Catasto degli incendi, potere ai prefetti”.
Non è l’unico organo di stampa che nel trattare l’argomento incendi 2007 fa riferimento al catasto, anzi più precisamente gli organi di stampa parlano di un catasto, in questo caso terreni, che i Comuni non sono in grado di gestire visto che non riescono a fornire agli inquirenti ed alle autorità interessate i dati indispensabili per ricostruire le mappe territoriali di ciò che è andato in fumo.
Ma c’è di più perché alla luce di questa evidente e tragica incapacità da parte degli Enti locali, il Ministro Amato annuncia che gli stessi Enti Locali hanno quindici giorni per censire le aree bruciate dopodichè saranno esautorati ed al catasto penseranno i prefetti.
Amaramente sorpresi ed increduli di fronte a tali fatti: nell’ennesima tragicità di una vicenda così grave per il nostro Paese, i nostri rappresentanti ignorano che il nostro Stato ha al suo interno un Istituto chiamato Agenzia del Territorio che, non ancora smantellato dal decentramento delle sue funzioni, e che ancora a tutt’oggi gestisce e il catasto edilizio urbano e il catasto terreni.
Ciò che abbiamo sempre rivendicato con forza è proprio la possibile funzione che la nostra agenzia dovrebbe avere all’interno dello Stato e cioè una Agenzia al servizio del Paese che sia di coordinamento nazionale e che, in collaborazione con gli Enti locali, rappresenti la sintesi della gestione del catasto fabbricati e terreni a livello nazionale e centrale.
La vicenda incendi peraltro si inserisce in una fase di grande difficoltà per il decentramento stesso: è tutto fermo: il DPCM, quello fondamentale per l’attuazione della legge 112/98, che avrebbe dovuto essere emanato entro giugno, non vede ancora la luce e la maggior parte dei Comuni sembra non aver ancora optato per assumere in toto le funzioni catastali.
Purtroppo invece di ragionare sulla reale possibilità di una sinergia tra istituzioni dello Stato, a livello centrale e periferico, per permettere una gestione seria del nostro catasto assistiamo allo spettacolo degli “irriducibili” sindaci che tra convegni e congressi continuano a volerci convincere di quanto il catasto agli Enti locali sia giusto e, qui è la beffa, di quanto sia efficiente e funzionale per il cittadino.
Se solo ci si addentrasse in un discorso di equità fiscale si capirebbe, e lo diciamo ormai da troppo tempo, che questa operazione conviene forse a molti ma di certo non ai cittadini che oltre tutto sarebbero vittime di un servizio inadeguato, come la vicenda incendi dimostra.
Siamo però convinti che le criticità dapprima emerse solo a livello teorico ma che oggi sono tangibili e concrete costringano a far ragionare le parti coinvolte: un altro decentramento è possibile e necessario!
Non si può assistere in silenzio al “caso incendi” rifiutandosi di riflettere sulla necessità di correggere il tiro, noi siamo convinti e da sempre ci battiamo e ci batteremo, per una Agenzia del Territorio forte, pubblica e centrale al servizio dei cittadini oltre gli ideologismi e biechi giochi di potere.