Agenzia Territorio - lettera aperta per convenzionarsi con l'Agenzia
Al sottosegretario Grandi per il Governo, al direttore Picardi per l'Agenzia del Territorio e al presidente Dominici per l'ANCI.
Il DPCM del 14 giugno 2007 permette ai Comuni di gestire in proprio le funzioni catastali in maniera parziale o completa oppure servirsi gratuitamente dell’Agenzia del Territorio. I Comuni sono chiamati a decidere in prima istanza entro il 3 Ottobre 2007 oppure entro il 15 luglio del 2009, L’ANCI ha investito diverse migliaia di euro per strutturare un sito, aprire un numero verde, preparare decine di Convegni, durante i quali vengono date informazioni univoche che non consentono di effettuare scelte serie, consapevoli ed equilibrate che garantiscano la qualità del dato catastale, del servizio all’utenza ed il rispetto della professionalità e dignità dei lavoratori sia dell’Agenzia del Territorio che dei Comuni stessi.
Chiamare ed incitare i comuni a compiere delle scelte responsabili senza dare risposte ai loro molteplici dubbi causati dalla mancata pubblicazione di alcuni Decreti attuativi non può che portare ad un innalzamento dei costi di gestione. I comuni vengono pressati politicamente per effettuare subito una scelta al buio, spinti dal miraggio di mirabolanti entrate derivate dai tributi catastali o dai finanziamenti provenienti dal trasferimento del personale, senza capire ed analizzare se sono in grado di gestire in maniera adeguata questa funzione pubblica, togliendola, senza alcuna cognizione di causa a chi da anni la Amministra con ottimi risultati. Le risorse finanziarie fissate al 15% dei tributi catastali porterà nelle casse dei Comuni circa 0,60 € a fronte di una spesa di attivazione paria 2,43 € e di gestione annua pari a 1,50 € per ogni cittadino residente. Ai Comuni, inoltre, viene richiesto di sostenere i regimi di qualità cui l’Agenzia del Territorio è sottoposta da anni con l’obbligo, per esempio, di evadere il 70% delle pratiche in giornata o il rilascio degli estratti di mappa del catasto terreni nel giorno successivo la richiesta. Questo i sindaci lo sanno?
In tutto questo l’Agenzia del Territorio ed il Governo si limitano ad essere semplici spettatori dimenticandosi di avere nell’operazione decentramento delle responsabilità per niente minori di quelle che si è assunto l’Anci. (Governo e Territorio tra l’altro sono organi istituzionali mentre l’Anci è semplicemente il più importante sindacato dei Comuni). Sarebbe opportuno, per non dire indispensabile, organizzare una tavola rotonda aperta anche ai mass media ed organizzata dal Governo o dall’Agenzia del Territorio in cui far confrontare rappresentanti dell’Agenzia del Territorio, del Governo, dell’ANCI, dei Sindaci che non sono iscritti all’ANCI e, soprattutto, dei rappresentanti dei lavoratori del Catasto e dei Comuni.
Solo da un confronto aperto possono venire alla luce e di conseguenza affrontati e risolti tutti i molteplici problemi che ci sono in questo passaggio di funzioni. Continuare a lasciar fare soltanto all’ANCI che come Associazione ha interesse che questo avvenga in una determinata maniera, non è corretto per la buona riuscita dell’operazione. La posizione dell’RdB è quella di continuare a far lavorare l’Agenzia del Territorio, organismo ormai politicamente sburocratizzato, oltre che per il Governo Centrale anche per i Comuni, che possono farlo ancora per 10 anni e senza alcun costo, al fine di coniugare la fiscalità del governo centrale con quello periferico. Questo modo di lavorare permetterà di continuare a migliorare la qualità dei servizi ed aumentare la perequazione fiscale evitando di gettare al vento centinaia di migliaia di euro e la professionalità dei dipendenti del Catasto.