Agenzie Fiscali - Accordi bloccati dai controllori e progressioni a rischio

La perduta autonomia negoziale nell'era Brunetta: ma gli accordi sindacali valgono ancora???

Roma -

Non bastavano i contratti bloccati, i tagli al salario cosiddetto “accessorio” e il ritardo cronico con cui viene stanziato, mancava all’appello il blocco dei pagamenti a causa dei tecnicismi contabili, puramente formali, degli Organi di Controllo chiamati a certificare gli accordi integrativi che ripartiscono i fondi al personale delle Agenzie Fiscali.

Per comprendere quello che sta accadendo ricordiamo in breve qual è l’iter di certificazione.

Gli accordi firmati corredati da una relazione tecnica vengono mandati ai revisori dei conti interni, i quali hanno 15 giorni per certificarne la compatibilità economica.

Già in questa fase accade spesso che, in prossimità della scadenza del termine, vengono richieste ulteriori delucidazioni su questo o quell’altro aspetto, interrompendone il decorso.

Quindi è necessario qualche giorno ulteriore per predisporre le risposte da parte delle Agenzie e far ripartire il tempo utile per la certificazione da parte dei revisori dei conti.

Una volta ottenuta questa prima certificazione passa tutto alla Funzione Pubblica e alla Ragioneria dello Stato che hanno ulteriori 30 giorni per apporre, congiuntamente, la definitiva certificazione.

E’ a questo punto che si sono arenati i nostri accordi.

Ai ragionieri non basta controllare che i tagli siano stati effettivamente applicati ai Lavoratori del comparto che speravano di ricevere con “soli” due anni di ritardo i soldi che gli spettavano per il lavoro svolto nel 2009 e che i fondi non sono cresciuti, operazione semplicissima, ma entrare nel dettaglio di ogni singola voce ed entrare nel merito degli accordi di ripartizione.

Ad esempio su come mai le progressioni economiche delle Dogane e del Territorio hanno una decorrenza retroattiva.

Ma se l’accordo lo si fa nei tempi giusti non va bene perché l’orientamento della ragioneria è stato sempre quello che si devono avere i soldi in cassa prima di decidere come spenderli, e se i soldi arrivano puntualmente in ritardo non va bene nemmeno farlo dopo.

Allora come se ne esce?

Se gli Organi di Controllo non si limitano alla verifica della compatibilità economica degli accordi, entrando nel merito di come deve essere fatta la ripartizione, il ruolo di una contrattazione integrativa già ridotta ai minimi termini, si svuota del tutto e lo stesso modello delle Agenzie ne esce ridimensionato.

Vi ricordate la favoletta della trasformazione in Agenzie Fiscali?

Chi la raccontava diceva che ci avrebbe portato in dote una organizzazione snella dotata di una autonomia tale da superare le lentezze e i vincoli burocratici che ci caratterizzavano quando eravamo Ministero.

In realtà i passaggi burocratici si sono raddoppiati e ci è venuto a mancare anche un interlocutore politico con cui trattare direttamente, poiché è evidentemente più facile contrastare le rivendicazioni dei lavoratori mascherandosi dietro motivazioni tecniche.

Noi non ci stiamo.

Il nostro salario è già stato falcidiato abbastanza per poterci permettere che venga messo in discussione da giochi contabili.

La prima occasione per far sentire la nostra voce di protesta nei confronti dell’atteggiamento dilatorio della Ragioneria dello Stato saranno le assemblee che USB organizzerà in previsione dello sciopero del 11 marzo con l’invio delle mozione allegata.

FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE, FIRMATE LA MOZIONE! ADERITE ALLO SCIOPERO GENERALE DELL'UNDICI MARZO!

scarica la mozione dal sito www.agenziefiscali.usb.it