Agenzie Fiscali - Conflitto e Futuro

Roma -

Di fronte a una crisi economica mai vista e al progressivo impoverimento salariale dei lavoratori, il Governo offre al rinnovo economico la miseria di 70 euro prendendo la crisi a pretesto e giocando sul filo dell'opposizione fra chi sta male (i lavoratori a reddito fisso) e chi sta peggio (i lavoratori senza certezza del reddito). Alla campagna contro i fannulloni, che sta preparando la strada ai tagli e alle privatizzazioni nella pubblica amministrazione, si accompagna così la minaccia della crisi internazionale, usata come spauracchio collettivo per giustificare i mancati investimenti sui nostri contratti, come se questo fosse il primo contratto senza aumenti e non l'ennesimo di una serie infinita. Al termine dell'assemblea nazionale dei delegati delle Agenzie Fiscali (19-21 novembre 2008) RdB rilancia la proposta della mobilitazione permanente e chiarisce i punti saldi della proposta sindacale rivolta ai lavoratori e risponde alla concertazione con il conflitto; la concertazione ha portato l'inverno della crisi sociale il conflitto promosso da RdB riporterà la primavera dei diritti, della dignità e del salario.

 

Non ci faremo sommergere dalla crisi e non saremo noi a pagarne le conseguenze. Palazzo Chigi vara norme per finanziare l'industria automobilistica, le banche e le imprese, dimenticando di proteggere l'anello più debole della catena che si spezza: lavoratori e cittadini. Noi rilanceremo tutte le vertenze in atto nella categoria - senza corporativismi o rendite di posizione - e ne apriremo altre su tutti i fronti. Occuperemo tutto l'orizzonte della mobilitazione sindacale, per avere più diritti, più salario e più dignità. Ci opporremo ai tagli alla macchina fiscale, che recupera 12.000 euro al minuto di evasione, più di quelli mai risparmiati dalle manovre di Tremonti e Brunetta e sfideremo le amministrazioni sul fronte della vera modernità, chiedendo di praticare vere politiche di risparmio e di rendere trasparenti e condivisi i risultati di quelle politiche. Chiediamo politiche innovative e coraggiose: non tagli agli stipendi, ma razionalizzazione energetica; non sfruttamento del lavoro precario, ma difesa e tutela delle forze giovani delle nostre amministrazioni; non disincentivi ma sostegno all'efficacia e all'efficienza; non meritocrazia individuale ma stimolo alla produttività collettiva; non divisioni fra lavoratori ma condivisione di obiettivi comuni; non egoismo ma solidarietà.

 

Saremo molto attenti alla condizione dei lavoratori precari presenti nelle Agenzie Fiscali: Cfl e nuovi tirocinanti vivono una situazione di debolezza e di isolamento nella quale prolifera la disinformazione che tende a screditare il ruolo del sindacato per favorire il dialogo diretto e amichevole fra amministrazione e lavoratori. Quel dialogo è fatto di carichi di lavoro spropositati in cambio di promesse a futura memoria. Chi ci è già passato sa che i carichi restano e le promesse passano. I giovani, i lavoratori precari che oggi rischiano il posto di lavoro, sono la nostra scommessa per il futuro. Questa è una delle ragioni per cui non avalleremo nessuna rideterminazione delle dotazioni organiche perché questa è una forma di risparmio cattivo. Ci batteremo per la stabilizzazione di tutti i precari anche nell'amministrazione finanziaria, perché crediamo che alcuni risparmi generino costi e alcuni costi - questo ad esempio - generano invece risparmi.

 

Rilanceremo la battaglia per la difesa del salario martoriato da tagli e inflazione e per i diritti minacciati (malattia, legge 104). Anche qui coniugheremo conflitto e proposte: il recupero salariale nelle Agenzie Fiscali non passa solo dalle modifiche normative e non passa senz'altro dalle balle che Cisl-Uil-Salfi raccontano ai lavoratori sul protocollo del 30 ottobre. Serve un provvedimento di legge, sulla finanziaria o altrove, che ripristini le norme di finanziamento del salario accessorio. restituendo carattere di stabilità e certezza al flusso contabile che alimenta la contrattazione integrativa. Mai più decreti, mai più firme, mai più promesse.

 

Scoperchieremo il pentolone dei carichi di lavoro che portano salario di risultato ai dirigenti lasciando ai lavoratori l'osso da spartirsi in trattative estenuanti. Perché la produttività dei lavoratori non si misura con le stesse regole che servono per quella dei dirigenti? Misureremo la nostra produttività a modo nostro e verificheremo quanta di essa finisce per agevolare i servizi fiscali a pagamento e quanta invece viene goduta direttamente dal cittadino che paga le tasse. All'ombra dei CUP, dei CAM, dei COP, dei SOT e dei POLI CATASTALI troppi parassiti succhiano a gratis servizi pubblici che rivendono poi a caro prezzo. Siamo anche noi per l'accorciamento della filiera produttiva e vogliamo che ai nostri front office siedano i cittadini e non gli intermediari. Nel frattempo chiederemo alle Agenzie di rinunciare ai fondi destinati al potenziamento degli uffici dato che per il 2008 non ci sono garanzie e neanche promesse. Le promesse - tutte da mantenere - valgono solo a partire dal 2009. Il 2008 è un pezzo del futuro da costruire insieme.

 

 

Questo per noi vuol dire COSTRUIRE IL CONFLITTO E DIFENDERE IL FUTURO: che non è solo dei lavoratori ma è il bene di tutta la cittadinanza.