Agenzie Fiscali - Il contratto collettivo non è un pezzo di carta

Certificazione a due velocità, le Entrate potrebbero fare da apripista alle altre Agenzie

Roma -

La giornata di mobilitazione organizzata da USB presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, a Palazzo Vidoni martedì scorso ha portato una importante conferma giunta dalla Funzione Pubblica: l'imminente soluzione del rebus della certificazione degli accordi per quanto riguarda l'Agenzia delle Entrate.

La sorte degli accordi sottoscritti con le Agenzie del Territorio e delle Dogane è ancora incerta poiché le Amministrazioni coinvolte stanno ancora “dialogando” con l'IGOP, responsabile dei rilievi che hanno bloccato il salario accessorio e le progressioni economiche nel comparto.

Per questi ultimi due accordi la Funzione Pubblica non è andata al di là di caute manifestazioni di ottimismo non supportate però da ulteriori certezze. Evidentemente la positiva soluzione del caso delle Entrate può aprire la strada a un altrettanto positivo epilogo per il Territorio e le Dogane.

L'Agenzia delle Entrate aveva recentemente sollecitato l'apertura delle trattative locali per l'erogazione del FPSRUP 2009 e questo era stato già un segnale rispetto al buon esito della certificazione dell'accordo.

Nello stesso senso avevamo interpretato la convocazione fissata per il prossimo 19 aprile con all'ordine del giorno un resoconto sul difficile iter certificativo.

Quei segnali hanno trovato poi piena conferma dopo la nostra iniziativa di mobilitazione e le dichiarazioni della Funzione Pubblica.

Il 19 aprile ne sapremo di più sulla effettiva natura dei rilievi, anche se non è più un segreto che sia stato messo in discussione il meccanismo di funzionamento dei nostri fondi aziendali che consente di stabilizzare nuove risorse in ragione dei collocamenti a riposo (ex articolo 15, comma 3 del CCNL).

Se le cose stanno effettivamente così, auspichiamo che la soluzione trovata per salvare l'accordo alle Entrate non sia meramente tecnico-formale ma che abbia anche un valore politico.

Nel nostro comparto vige ancora, fino a prova contraria e malgrado i tentativi di farlo diventare lettera morta, un contratto collettivo nazionale di lavoro.

Lo abbiamo condiviso tutti, accollandoci tutti oneri e onori, a partire dai lavoratori che per primi hanno accettato la sfida del nuovo ordinamento professionale, con le mansioni d'area e con un allargamento delle responsabilità e dei compiti sui quali sarà doveroso aprire una riflessione.

In cambio di questo sacrificio professionale erano stati individuati precisi meccanismi per rendere un po' più dinamico il percorso professionale dei lavoratori: progressioni economiche, passaggi d'area e la possibilità di finanziare regolarmente queste operazioni.

Dovevano ancora arrivare il blocco dei contratti, la sterilizzazione degli effetti economici dei nuovi inquadramenti fino al 2014, il tetto alle retribuzioni individuali, lo stop alle progressioni verticali: tutti “regali” dell'attuale Governo e in particolare dei ministri Tremonti e Brunetta, fustigatori dei dipendenti pubblici.

Proprio perché loro per primi hanno rinnegato il patto con i lavoratori, cerchiamo almeno di non rinnegarlo noi.

Che la soluzione sia tecnicamente perfetta e politicamente forte, che ruoti intorno al contratto è un punto per noi essenziale.