Agenzie Fiscali - Il grasso che cola
Anche i lavoratori delle Agenzie fiscali hanno partecipato al flash mob tenutosi mercoledì 10 settembre davanti alla Funzione Pubblica durante il quale abbiamo simbolicamente rappresentato il “grasso che cola” nella Pubblica amministrazione.
Le bugie sul presunto rinnovo dei contratti sparse a piene mani questa estate dal duo Renzi/Madia, cadono miseramente: la legge di stabilità si appresta a sancire il blocco del contratto per un altro anno, ma nel DEF, presentato quest'estate, si paventa il blocco dei contratti addirittura fino al 2020!
Per Renzi/Madia il grasso che cola sono i sevizi pubblici da dismettere e i 1300 euro che mediamente guadagna un lavoratore pubblico.
Per noi, il grasso che cola sono le consulenze esterne, gli appalti d'oro, le super retribuzioni dei dirigenti, i 180 miliardi di evasione fiscale e i 60 miliardi di corruzione.
CGIL CISL e UIL hanno da tempo alzato bandiera bianca rinunciando a qualsiasi forma di difesa dei diritti e del salario dei lavoratori: ora si si definiscono “sbalorditi” per l'ennesimo mancato rinnovo contrattuale e annunciano consuete manifestazioni/scampagnate da svolgersi naturalmente di sabato, in modo da disturbare il meno possibile il governo.
Ma dove erano quando il 19 giugno l'USB scioperava in tutto il pubblico impiego denunciando i contenuti del Def che ribadivano, appunto, il blocco contrattuale fino al 2020?
Ma la vicenda del contratto viaggia insieme ad un'altra questione che riguarda molto da vicino il nostro comparto: si tratta dei tetti (complessivi e individuali) posti alla retribuzioni dei dipendenti pubblici dal DL 78 del 2010 di brunettiana memoria e tutt'ora in vigore. Si tratta di vincoli assurdi che comportano annualmente, nel nostro comparto, la restituzione di decine di milioni sottratti alla contrattazione: soldi che potrebbero servire per completare il percorso delle progressioni economiche e fornire un ristoro parziale al mancato rinnovo dei contratti.
Lo sblocco del contratto e la rimozione dei tetti alle retribuzioni sono, quindi, le questioni principali sulle quali sfideremo il governo nei prossimi mesi, invitando alla mobilitazione tutti i lavoratori.
La retorica sulla rottamazione, sul nuovo che spazza via il vecchio, cede il passo alla realtà: questo governo condivide con i precedenti le stesse politiche di attacco al mondo del lavoro e di aggressione al settore pubblico. E persino le stesse inchieste giudiziarie, come dimostra la vicenda dei due renziani doc in corsa per le primarie in Emilia Romagna e coinvolti nell'inchiesta per peculato. A proposito di grasso che cola ...
Alla guerra dichiarata contro il settore pubblico rispondiamo con il conflitto e con la mobilitazione.
Nelle strade, nelle piazze, negli uffici. Ovunque lo riterremo utile e necessario.