Agenzie Fiscali - Meritocrazia e valutazione: Tremonti perdona, il sindacato NO?
Sospeso il D. Lgs. 150/2009, ma per (alcun)i lavoratori potrebbe essere troppo tardi
La norma di legge che disapplica i Titoli II e III della riforma Brunetta nel comparto Agenzie Fiscali e nel MEF, non è un improvviso gesto di generosità da parte del ministro Tremonti verso i lavoratori pubblici, quanto piuttosto l'ovvia conseguenza del blocco dei contratti pubblici e delle retribuzioni individuali, che lo stesso ministro Tremonti dispose con la manovra finanziaria dell'estate 2010.
Effettivamente c'è poco da giocare con le fasce di merito, con i premi e con gli incentivi, alla luce del blocco totale delle retribuzioni che da oggi al 2013 potranno casomai diminuire ma mai aumentare proprio per effetto della finanziaria d'estate.
E c'è poco da cambiare le regole contrattuali vigenti, alla luce dei principi giurisprudenziali che si stanno via via consolidando e che ribadiscono la necessità di applicare le nuove regole previste dal D. Lgs. n. 150/2009 solo dopo aver raggiunto il nuovo assetto contrattuale.
E il nuovo assetto contrattuale sappiamo quanto sia diventato un miraggio dopo mesi e mesi di estenuanti e inutili riunioni all'ARAN che hanno prodotto l'unico risultato di aver rinviato il rinnovo delle RSU.
Le indiscrezioni sulla deroga per il nostro comparto all'applicazione della meritocrazia le avevamo già anticipate in un nostro comunicato riguardante la difficile trattativa sulle progressioni economiche nelle Agenzie Fiscali e in particolare alle Entrate, dove la meritocrazia stava trovando una sua particolare forma di applicazione, con la riserva del 10 per cento dei posti messi a concorso per chiamata diretta del direttore regionale.
Se queste indiscrezioni trovassero definitiva conferma, la scelta della valutazione adottata per le progressioni economiche si rivelerebbe quanto mai infausta e inopportuna e chi l'ha avallata si troverebbe in una posizione assai imbarazzante.
Ai lavoratori delle Entrate dovrà essere spiegato perché, ad esempio, il 10 per cento delle 12mila progressioni è riservato esclusivamente al merito, in applicazione della riforma Brunetta (come chiarisce l'atto di emanazione del bando che in questo è più trasparente e intellettualmente onesto di certi comunicati sindacali), mentre la norma che prevede la selettività della valutazione individuale si ritrova in quel Titolo III della riforma che viene disapplicato nel comparto Agenzie Fiscali.
La nostra organizzazione sindacale aspetta di leggere le norme che dispongono la moratoria della riforma Brunetta nel comparto Agenzie Fiscali prima di decidere se intraprendere iniziative a tutela dei lavoratori, che si troverebbero nella paradossale situazione di dover subire gli effetti di una norma non più in vigore e per di più in un ambito così delicato come è quello della valutazione individuale.
Siamo soddisfatti per essere stati gli unici a proclamare lo sciopero contro una riforma che, a distanza di 14 mesi dalla sua “entrata in vigore” è stata chiamata in causa solo per essere impallinata nei tribunali e per essere fin qui dichiarata inapplicabile perfino all'ARAN dove doveva essere tradotta nel nuovo assetto contrattuale.
Ciò che è accaduto nelle Agenzie Fiscali – la sospensione dei Titoli II e III su merito e premialità - e che auspichiamo possa allargarsi a tutta la Pubblica Amministrazione, dimostra che avevamo ragione a giudicare inutile, dannosa e pericolosa quella riforma che ora, pezzo dopo pezzo, sta implodendo su sé stessa.
Purtroppo, nel suo nome, troppi danni sono stati già fatti e molti ancora qualcuno proverà a farne.