Argomento:

Agenzie Fiscali - Taglio delle piante organiche, non staremo a guardare!

Un ulteriore taglio del 10% del personale è l'anticamera per futuri e imminenti esuberi!

Roma -

Taglia, taglia non rimase più nulla. Si sono rivelate infondate le previsioni ottimistiche dell'amministrazione, secondo le quali l'ennesima sforbiciata alle dotazioni organiche (la seconda in un anno e mezzo) non avrebbe riguardato il comparto Fisco. E ora tutti devono fare i conti con la realtà, la più dura che si possa immaginare perché con l'imposizione di un ulteriore taglio del 10% dei costi teorici del personale si finirà molto presto sott'acqua.

 

Più tempo passa e più è chiara la menzogna di voler dare ai cittadini una Pubblica Amministrazione efficiente ed efficace e di voler premiare il merito e la qualità delle prestazioni. Simili obiettivi pretendono investimenti, maggiori risorse e non tagli ai salari, ai diritti e perfino al personale. Qui si sta solo assistendo alla carneficina di una PA data in pasto ai piranha, a una classe politica miope e vorace che sta facendo spezzatino di tutte le funzioni pubbliche. Quando sarà placata la loro fame, non sarà rimasto quasi più nulla.

 

Cosa vogliono dire i tagli nel comparto Fisco? Ad esempio l'impossibilità di nuove assunzioni. Ad esempio difficoltà se non impossibilità di onorare gli impegni presi con i lavoratori che da anni attendono una minima possibilità di carriera e, ora che ce l'hanno davanti, se la vedono rimandare più in là di un mese, di due settimane, finché un taglio o una sentenza non comprometteranno l'unico concorso interno mai bandito nel comparto Fisco.

 

Noi non staremo a guardare e faremo quanto è in nostro potere per cambiare l'inerzia delle cose, a cominciare dalla necessità di evitare che l'ennesimo taglio al personale comprometta il poco di buono che si è cercato di costruire sul versante delle carriere. E cercheremo la massima convergenza, perché riteniamo che questa sia una fase in cui la responsabilità di ciascuno deve essere messa alla prova. Non ci limiteremo a dire no ai tagli. Vogliamo rilanciare la posta.

 

Da troppo tempo ai lavoratori si spacciano le mezze sconfitte per grandi vittorie, adesso si deve avere il coraggio di rialzare la testa. Noi abbiamo proposto una nuova ondata di progressioni economiche.

 

Per farlo serve prima stabilizzare le risorse del salario accessorio, non tutte ma quelle che bastano a finanziare l'operazione. Avanzerà qualcosa per far funzionare il giocattolo della meritocrazia che a qualcuno tanto piace. Non servono nuove risorse, serve solo cambiare in parte la natura di quelle che già ci sono stabilmente da anni. Si è già fatto con il primo contratto delle Agenzie. Anche questo andremo a dire il prossimo 9 aprile, giorno in cui si andrà a "discutere" il contenuto delle Convenzioni triennali che di anno in anno sembrano sempre più la rappresentazione di una discussione che non c'è.

 

Sulla nostra proposta di stabilizzazione abbiamo avuto risposte confuse: costa troppo, non ci sono le condizioni, fuori c'è la crisi... La crisi è dentro ormai, e non fuori e comunque la stabilizzazione non costa alle casse dello Stato un solo euro. Quanto alle condizioni, chi se non noi, lavoratori, sindacati e amministrazione, abbiamo la possibilità e crediamo anche il dovere di crearle?

 

DIFENDIAMO IL NOSTRO FUTURO, STABILIZZIAMO I FONDI