Agenzie Fiscali - Una retribuzione migliore per un servizio migliore

Difendere le nostre retribuzioni significa difendere la qualità dei servizi pubblici che eroghiamo

Roma -

Il 30 giugno è passato e noi sapevamo che sarebbe passato senza portare quel carico di risorse finanziarie promesso a più riprese dai firmatari del 30 ottobre. Verrebbe voglia di chiedere conto e ragione delle tante promesse sindacali elargite a piene mani e delle migliaia di euro di salario evaporati al sole di luglio. Qualcuno li aveva promessi, anzi garantiti e questo dovrebbe far riflettere chi oggi piange le lacrime del coccodrillo. Abbiamo raccolto in 45 giorni il sostegno di oltre 14mila lavoratori di quasi 150 uffici dove la mozione RdB per la richiesta del salario di produttività del 2008 è stata approvata nelle assemblee che sono state finalmente un momento di informazione in un mare di silenzi. Oggi che sul decreto anti-crisi cala l'ombra del voto parlamentare di fiducia la questione resta sempre quella: dove sono finiti i soldi del 2008? Il rischio è che con la solita mossa del cavallo qualche organizzazione sindacale finisca prima o poi per gridare al successo anche se mai arriverà. Non è un caso che sulla vertenza Comma 165 il fronte unitario si sia unitariamente frantumato fra chi rivendica la bontà della firma del 30 ottobre (la Cisl), chi forse ci ripensa (la Uil) e chi si gode il fatto di essersi sfilata da quel protocollo (la Cgil). Gli altri asciugano il sudore dalla fronte dei contendenti. E a proposito di sudore, noi abbiamo pensato di segnare il cammino fin qui fatto con i lavoratori, facendo volare alto le mozioni raccolte, attaccandole una ad una ad altrettanti palloncini che prenderanno il volo da piazza Mastai – luogo simbolo del Ministero dell'Economia e Finanze – venerdì 17 luglio (non dovrebbe portare più sfiga di quanta ne è già arrivata) a mezzogiorno quando a Roma il cannone del Gianicolo batterà il colpo quotidiano. Contemporaneamente, in tutta Italia, la mozione volerà anch'essa appesa a un palloncino in ogni ufficio in cui è stata votata e a partire dalle 12, durante le mini assemblee dentro le pause 626, verrà distribuito un volantino agli utenti, ai quali vogliamo dire che la nostra vertenza è anche la loro. Non servono le faccine della customer satisfaction per capire che dove si investe nei servizi pubblici i servizi funzionano e dove si fa di tutto per smantellarli se funzionano è grazie all'abnegazione dei dipendenti pubblici (proprio abnegazione, dato che lavorano gratis come nessuno mai farebbe). E già che ci siamo, chissà quant'è costato mettere in piedi il baraccone per le faccine.

 

Il modello di relazione fra cittadini e lavoratori pubblici non può essere quello dei front office militarizzati, dove la rabbia dei primi schiuma contro l'impotenza dei secondi che a loro volta sono arrabbiati per i tagli ai loro salari, alle loro carriere e anche per il tiro al bersaglio che subiscono. La vertenza per recuperare il nostro salario di produttività non è autoreferenziale o fine a sé stessa e non si deve cedere alla tentazione di considerare privilegiati i dipendenti pubblici solo perché hanno un lavoro stabile in un mondo precario. Sarebbe come convincere uno che sta male a sentirsi bene ricordandogli i cimiteri. Lanciamo centinaia di palloncini colorati per fare arrivare la richiesta di un salario giusto più in alto della bassa politica che non ascolta le ragioni dei lavoratori e più in alto della gretta cultura che getta fango sul servizio pubblico e rompe il patto di solidarietà fra i cittadini. E anche perché vogliamo vedere volare alto i servizi ai cittadini. La qualità non migliora tagliando i salari o facendo il tiro al piccione con gli statali. Il 17 luglio è anche il giorno in cui l’amministrazione perpetua la vergogna di una procedura concorsuale – quella basata sul tirocinio – che non le fa onore. Ribadiamo che servono procedure di assunzione umane e ragionevoli e quindi la giornata di venerdì è dedicata anche a chi dentro le Agenzie Fiscali aspetta la stabilizzazione o si è visto negare il diritto al lavoro. Concludiamo dicendo che quello che si sente dire sui dipendenti pubblici è un coro di balle. Quello che si sente in giro sul Comma 165 pure. Alle balle opponiamo un mare di palloncini colorati per far tornare a volare la Pubblica Amministrazione, i suoi servizi e anche i suoi “servitori”.