Direzione Regionale Territorio Toscana: Niente di nuovo!
Si è svolta a Firenze venerdi 9 marzo una riunione presso la Direzione Regionale dell’Agenzia del Territorio il cui unico risultato è stato, di fatto, una serie di convenevoli seguiti all’insediamento del nuovo direttore. Tante parole, alcune buone intenzioni ma alla lunga qualsiasi intervento è ruotato intorno alle (ahinoi) solite parole d’ordine: efficienza, produttività, raggiungimento dei risultati.
Termini che ormai ci accompagnano da tempo lungo un percorso che vuole trasformare il catasto in qualcosa ad esclusivo uso e consumo di politici ed immobiliaristi. Insomma cambiano le facce ma non i contenuti. Anche dal nuovo direttore regionale in tutti i suoi interventi non una volta sono stati citati i nostri colleghi, ma sempre solo e soltanto: prodotti, pezzi, recupero efficienza.
I lavoratori? Sono definiti “risorse” che dovranno sottostare a “programmazione flessibile” e “solidarietà regionale”. Cosa vuol dire? Semplice: spostarsi laddove gli uffici si trovano in difficoltà. Si, avete capito bene! Una specie di prova generale di quello che aspetterà molti di noi con il decentramento: il trasferimento, per ora temporaneo, di lavoratori (pardon… risorse) da un ufficio all’altro. Insomma: PIU’ LAVORO = MENO SALARIO
Ma non preoccupiamoci: il direttore Cesàro ci ha presentato la bozza di un documento per la creazione presso la direzione regionale di un “osservatorio delle relazioni sindacali”…(intanto ci è stata preclusa qualsiasi modifica ad accordi presi altrove).
Anche in questo caso vigileremo affinché questo strumento non si trasformi nell’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio a chi dissente.
In conclusione abbiamo chiesto al nuovo direttore che al centro di ogni discussione siano riportati i lavoratori ed i loro bisogni, ed abbiamo anche chiesto di essere coinvolti nella stesura e definizione degli indici di produttività e che ci siano consegnate quanto prima in visione la famose ed imperscrutabili “curve gaussiane” che servono a determinarli, perché è da qui che scaturisce buona parte del nostro salario accessorio. Solo allora potremo cominciare a dare a Cesàro (con l’accento sulla “à”…) quel che è di Cesàro, perché il resto sono state solo vuote parole prive di qualsiasi contenuto … specie economico.