Dogane e Monopoli: Impara l'arte e mettila da parte

Roma -

In questi giorni tutti i dirigenti dell’Agenzia delle dogane sono stati chiamati a svolgere un corso di formazione sulla “valutazione”.

Ci auguriamo che imparare a misurare le perfomance individuali sia stata una bella esperienza. Apprezziamo lo spirito di chi non si accontenta di quello che sa, anche se è già tanto, ma non perde la sete di  nuove conoscenze. Imparare nuove cose è sempre un bene, anche se non servono nella propria attività quotidiana.

Non c’è stato bisogno di svolgere alcun esame finale poiché non vi è alcun ragionevole dubbio che, dopo una giornata di corso, i “discenti” dispongano già di tutte le competenze necessarie per svolgere il ruolo di Valutatore.  Competenze necessarie per evitare il potenziale rischio di esporre i Lavoratori a piccoli e grandi ricatti e alimentare favoritismi e nuove clientele.

Del resto, abituati già da anni ad essere valutati, per molti di loro è sembrata una evoluzione naturale estendere la valutazione ai propri dipendenti. Sembra che uno dei commenti che va per la maggiore nei corridoi dei nostri uffici sia “ e che solo noi? Nel privato si fa da anni”, diventato ormai un tormentone. Non importa se sia effettivamente così o se l’evoluzione in realtà ci riporti agli anni ’50, così si dice e poi la storia è ciclica.

Non importa nemmeno che gli uffici dirigenziali delle dogane e dei monopoli siano normalmente divisi sul territorio in sedi di medie, piccole e piccolissime dimensioni, distanti chilometri le une dalle altre, e che molto probabilmente il dirigente nemmeno conosce molti dei suoi dipendenti. La valutazione pare che si possa fare per proprietà transitiva. Qualcuno riferirà.

All’Agenzia e alla maggioranza delle OO.SS. non importa nemmeno che “la farina del nostro sacco”, ovvero l’operazione che stanno mettendo in piedi con la pretesa di dotarsi di un sistema di valutazione proprio ed arginare quello brunettiano, espone i lavoratori a enormi rischi.

Buttare acqua sul fuoco e giustificare le ridicole pagelline con inutili distinguo tra fasce obbligatorie sì, fasce obbligatorie no, legge 150/2009 o CCNI, non cambia la sostanza. 

Una volta che i dipendenti saranno messi in fila meritocratica dal primo all’ultimo non possiamo sapere come questo dato verrà usato in futuro.

E le conseguenze che potrebbero esserci in termini di sanzioni disciplinari e nell’eventualità di esuberi futuri, nel caso di valutazioni considerate non adeguate, pur positive,  sono talmente gravi che a nessuno doveva venire in mente di mettersi a sperimentare metodi di valutazione basati sulle pagelline.

USB si schiererà sempre contro la valutazione individuale e lanceremo nuove iniziative per bloccare l’apprendistato dei nuovi Valutatori. Il praticantato non lo si può fare sulla pelle dei lavoratori delle dogane e dei monopoli.

Imparata l’arte, mettetela da parte.