Dogane Monopoli - USB scrive in merito all'informativa sul lavoro agile
Abbiamo scritto al Direttore del Personale dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli in merito all'informativa emessa il 25 marzo 2020 sul lavoro agile.
Questo il testo della nostra lettera che trovate in allegato con l'informativa:
In merito all’informativa del 25 marzo, ci chiediamo cosa non è chiaro nelle innumerevoli disposizioni normative che richiamano il lavoro agile come forma ordinaria di prestazione dell’attività lavorativa delle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dell’emergenza, recepite dalla Direttiva n.3 dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Stabilita quale sia la forma ordinaria, nei casi in cui non è possibile il ricorso al lavoro agile, è anche chiaramente stabilito quale sono le forme alternative per limitare al massimo la presenza fisica nei luoghi di lavoro e lo spostamento dei lavoratori sul territorio, fino a prevedere l’esenzione motivata dalla prestazione.
In questo contesto emergenziale non ci sembra che in nessun caso il requisito della “stragrande maggioranza” soddisfi le disposizioni normative e quello che Lei definisce ovvio, per noi non lo è affatto.
Dopo che la citata Direttiva n. 3 pone tutto il personale in modalità di lavoro agile, dare per scontato che circa 2000 persone non lo siano rischia di dare un messaggio contraddittorio in un momento in cui si avrebbe invece bisogno della massima chiarezza.
Il fatto che “restano gestiti in presenza, ovviamente, i servizi indifferibili ed essenziali cui è tenuta l’Agenzia” (che non si stanno certo limitando a quelli previsti dalla L.146/90 citata nell’informativa) e che ciò giustificherebbe la normale attività lavorativa per il 20% del personale non ci appare infatti coerente nemmeno con la Direttiva n. 2 del 12 marzo 2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione che al riguardo prevede di adottare “forme di rotazione dei dipendenti per garantire un contingente minimo di personale da porre a presidio di ciascun ufficio, assicurando prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento”, che evidentemente non escludono il ricorso al lavoro agile come forma di lavoro ordinaria anche per queste attività, che peraltro andrebbero limitate al tempo strettamente necessario allo svolgimento dell’attività indifferibile, senza rigidità di orario.
Il servizio viaggiatori è, ad esempio, fra i servizi essenziali previsti dalla L. 146/90 ed è senz’altro un’attività da effettuarsi in presenza, ma mantenere la turnazione h.24 negli aeroporti delle zone più colpite dal contagio, nonostante la drastica riduzione dei viaggiatori a causa dell’emergenza sanitaria o addirittura la chiusura dei terminal, mal si concilia con l’uniformità richiamata nell’informativa, e soprattutto con un comportamento responsabile ai fini del contenimento del rischio contagio.
Prendiamo atto dell’acquisto dei dispositivi di protezione, tra cui disinfettanti e mascherine, ma, anche qui, la situazione è tutt’altro che omogenea, ci sono uffici che ne sono ancora sprovvisti o lo sono in maniera insufficiente, a meno che non si ritenga sufficiente l’arrivo di 40 mascherine per i colleghi di Bergamo, unica fornitura nell’ultimo mese.
C’è ancora quindi molto da fare per uniformare l’azione amministrativa se, dettate le linee in una direttiva, si delinea un quadro ancora troppo frammentato che va rapidamente ricomposto per garantire la massima sicurezza di tutti i lavoratori.
Distinti saluti.
Roma, 27 marzo 2020
USB PI - Agenzie Fiscali