Dogane - Progressioni: usciamo dal pantano

Chiudere in fretta la progressioni per ottenerle per tutti

Roma -

Le difficoltà che stanno incontrando le procedure di sviluppo economico, sia quelle già bandite sia quelle finanziate ma ancora da bandire, rendono evidente che qualcosa non ha funzionato.

Sono state previste da accordi che prevedevano più posti  e più risorse rispetto alle altre Agenzie, nessuna valutazione individuale nè “premi fedeltà” da parte dei dirigenti. Sono stati però accordi chiusi, a causa del blocco triennale imposto dalla Rgs, troppo in fretta. Alcuni aspetti che in quel momento sembravano di secondo piano, come la questione degli ex aequo, non sono stati affrontati nella maniera dovuta, sottovalutando le conseguenze negative che avrebbero potuto produrre sulla celerità delle procedure.

Potremmo dilungarci nella ricerca dei colpevoli o su quale sia la forma giuridica migliore per superare l’impasse, ma così facendo apriremmo un terreno di scontro tutto interno che allungherebbe ancora di più i tempi, a scapito dei 6.500 colleghi che aspettano il nuovo inquadramento.

Il nostro terreno di scontro è il blocco dei nuovi passaggi imposto dalla Ragioneria generale, che giudichiamo illegittimo, e che proveremo a disinnescare con specifiche iniziative in programma a partire da dicembre, forti delle 20.000 firme raccolte in tutte le Agenzie Fiscali. Il nostro obiettivo è concludere questa seconda ondata di progressioni economiche PER TUTTI e, in un periodo di blocco dei contratti, non far cadere in desuetudine l’unico strumento capace di dare certezza e stabilità alle nostre retribuzioni.

Tornando alle procedure già bandite, sembra si siano conclusi gli atti propedeutici alla convocazione da parte dell’Aran per un’ interpretazione autentica dell’art. 83 del ccnl Agenzie Fiscali volta a superare l’obbligo di svolgere una prova teorico pratica per risolvere situazioni di parità di punteggio, rimandando a criteri stabiliti in contrattazione integrativa o, in mancanza, alle regole previste per i concorsi pubblici, ovvero la minore età.

Consideriamo assurdo l’aver svincolato gli sviluppi economici all’interno delle aree dallo svolgimento di prove concorsuali per poi riproporle, in forma analoga, per risolvere le situazioni di pari merito. Quindi percorreremo tutte le strade che portino a superare questa contraddizione una volta per tutte, ci consentano di definire immediatamente le procedure in corso e di avviare quelle del 2010, anche quella dell’interpretazione autentica.

Riconosciamo che questa soluzione ha dei risvolti discutibili sulla procedura 2007-2008 (non sono stati previsti criteri diversi dalla contrattazione integrativa quindi si applicherebbe la minore età), ma anche che le conseguenze sarebbero meno gravi rispetto a quelle di ritrovarsi gli stessi problemi sulla procedura 2010, in quanto si tratterebbe solo di una questione di decorrenza e non di stabilire chi è dentro e chi è fuori. Proprio per non incorrere nelle stesse problematiche che stiamo vivendo ora, riteniamo inoltre indispensabile per il 2010 la modifica degli attuali criteri.

Ma se la convocazione non dovesse arrivare nel giro di pochi giorni, ovvero se non si dovesse raggiungere l’unanimità in quella sede, non sarà accettabile dilungarsi in una  guerra di religione su favorevoli e contrari all’interpretazione autentica, né rimanere ancora in una posizione di attesa. Bisognerà in ogni caso procedere all’inquadramento dei colleghi in posizione utile nel 2007-2008, anche con una decorrenza dei pari merito provvisoriamente posteriore.

Questa era stata la nostra proposta già in occasione dell’ultimo incontro avvenuto per dirimere la questione, ma, come siamo stati aperti a soluzione diverse allora, lo saremo anche stavolta. I prossimi giorni chiariranno se questa apertura l’avrà anche l’Agenzia e gli altri firmatari di quegli accordi, ovvero se qualcuno utilizzerà questo argomento in maniera strumentale per dilatare ancora i tempi.

Ritardare ulteriormente la conclusione di queste procedure significa allontanare anche quella che sarebbe l’unica soluzione capace di garantire alla materia la necessaria equità, l’estensione  delle progressioni per  tutti.