Emilia Romagna - Dogane, come offendere i lavoratori
E’ stato un fiume di dati la disposizione di servizio nr. 14/2013 dell’ufficio delle dogane e dei monopoli di Bologna, complimenti al direttore: una prosopopea infinita di 26 pagine per comunicare lo spostamento di due unità. Tra i tanti dati riportati si è però dimenticato di indicare anche la retribuzione di un dirigente di seconda fascia che oltre ad uno stipendio di 40.000 euro ne riceve 11.000 solo per essere dirigente, altri 25.000 per la tipologia di ufficio che dirige per un totale di circa 76.000 euro/annui a cui vanno aggiunti circa altri 20.000 euro nel caso i lavoratori raggiungessero gli obiettivi richiesti.
Un proverbio dice che “fretta e bene non vanno insieme” e da una rapida lettura della disposizione di servizio si nota, oltre alla data sbagliata, la mancanza di qualche nome di lavoratore presente in ufficio, ma valutata la considerazione che il direttore ha per i suoi “sottoposti” forse questi lavoratori dovrebbero gioire di non essere nei suoi pensieri. Per tutti gli altri dati inseriti non abbiamo il tempo di verificare si siano anch’essi sbagliati o incompleti ma sinceramente ci sembrano una “foglia di fico” che cercano di nascondere le “vergogne” dei provvedimenti sinora emessi.
Quello che riteniamo inaccettabile e offensivo sono le dichiarazioni contenute nel dispositivo stesso in cui “chi si lamenta degli spostamenti lo fa per interessi personali ed egoistici” e che il problema della corruzione è in primo piano e quindi o si è corruttibili o si è corrotti. La soluzione adottata sembra quindi essere quella di spostare subito i corrotti e subito dopo quelli corruttibili. Bel modo di considerare i lavoratori!
Limitarsi ad indicare le retribuzioni percepite per il lavoro svolto, che come tutti sanno è differenziato a norma di legge per riconoscere il giusto contributo per rischi e affaticamenti da turni è stato fatto in modo spregevole perché scollegando le retribuzioni dalle motivazioni che le producono diventano delle regalie piovute dal cielo e non miseri compensi per il duro lavoro svolto. Forse ci si dovrebbe preoccupare dei dirigenti, che ricoprono un posto su chiamata diretta e quindi illegittimo e che con i loro lauti incentivi raddoppiano abbondantemente il loro già spropositato stipendio.
Al direttore, ad esempio, non importa sapere che nel 2012 i turnisti dell’aeroporto hanno lavorato anche i festivi infrasettimanali mentre negli altri uffici erano giorni di festa, accumulando circa 80 ore di lavoro in più non correttamente retribuiti, ma questa è un'altra storia a cui riusciremo a trovare risposte adeguate.
Ci piace poi ricordare al direttore che le tutele dei lavoratori non sono solo quelle sindacali, ma esistono anche quelle relative alla legge 104, maternità, malattia, causa di sevizio, infortuni, prescrizioni mediche, … tutte da rispettare così come prevede la norma. Capire la differenza tra diritto e privilegio, salute ed egoismo è fondamentale non per essere dirigente ma cittadino italiano rispettoso dei diritti umani e costituzionali.
Ma al di la delle tutele ribadiamo che il lavoratore deve almeno sapere di avere la possibilità di essere considerato una persona, di poter rappresentare la propria situazione ai propri superiori, la comunicazione è necessaria, a tutti i livelli e con tutti e fra tutti, nel rispetto ognuno del propri ruoli e responsabilità.
Questo non è accaduto e la riteniamo una grave mancanza di rispetto e di offesa alla dignità personale. Non è certo con l’autoritarismo che si trovano le soluzioni, o forse, si trovano le più comode, ma non certo le migliori. Le cose devono cambiare a cominciare dal rispetto per le lavoratrici ed i lavoratori.