Emilia-Romagna e Marche, Dogane Monopoli, misure insufficienti per l'emergenza Coronavirus

Bologna -

Si è svolta in videoconferenza, la riunione della Direzione Interregionale Emilia-Romagna e Marche dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, sulle misure intraprese e da intraprendere per il contenimento della diffusione del Coronavirus.

La USB è intervenuta chiedendo che le misure da adottare a causa delle scuole chiuse vada oltre la Direttiva nazionale prevedendo che queste, oltre che ai genitori dei bambini dei nidi e delle scuole d’infanzia, vengano anche estese almeno a quelli delle scuole elementari. Inoltre, analogamente a quanto già disposto dalla Direzione regionale delle entrate, venga allungata la flessibilità ed i tempi per recuperare le ore di assenza. Infine, la USB ha chiesto che vengano sospese le verifiche esterne non urgenti ed indifferibili.

Dopo la discussione, il Direttore Interregionale ha informato di aver reperito dispositivi di protezione (mascherine e guanti) che dovrebbero arrivare tra oggi e domani e che saranno distribuite agli uffici.

Per quanto concerne le misure a favore dei lavoratori il Direttore ha confermato che saranno adottate tutte le misure previste dal Decreto governativo per le zone gialle, nella quale ricade l’Emilia Romagna. In particolare è stato predisposto lo smartworking ed il telelavoro, utilizzando i tablet messi a disposizione dall’Agenzia, per i lavoratori pendolari, quelli con patologie a rischio e quelli che hanno dei figli piccoli, misure che sono state già attivate per una trentina di lavoratori.

Per le verifiche esterne, infine, al di là di quelle previste dal Circuito Dogane di Controllo legate agli sdoganamenti per le quali non sono state emanate disposizioni, ha dichiarato che per le altre verifiche si sfrutterà al massimo la tempistica prevista dalla L. 241/90, posticipandole, nei limiti del possibile, per arrivare ai limiti temporali previsti dalla stessa.

Riteniamo le misure intraprese, sia quelle previste dal decreto del governo, sia quelle discusse ieri nella direzione interregionale, largamente insufficienti.

In particolare non si sta riuscendo a tutelare i lavoratori rimasti a casa a causa del provvedimento di chiusura delle scuole; questi lavoratori, infatti, non sono certamente in ferie (periodo previsto per consentire il reintegro delle energie psicofisiche spese dal lavoratore stesso nel corso dell’attività lavorativa), ma sono costretti a casa per le decisioni assunte dal governo.

Analogamente sono mancate le risposte a livello regionale sulla possibilità di fruire di una maggiore flessibilità e, soprattutto, di un allungamento dei tempi di recupero, rispetto a quelli contrattualmente stabiliti.

LA SALUTE PRIMA DI TUTTO.