Emilia Romagna - Entrate, chiude solo Nanni Costa?

Bologna -

Con un languido comunicato della Direzione Centrale si “aprono le danze” sulla chiusura degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Così recita il freddo annuncio:

“L’Agenzia delle Entrate intende riorganizzare gli uffici della DP di Bologna, prevedendo una riduzione da 3 a 2 del numero degli uffici territoriali. Le attività verranno concentrate nei compendi di via Marco Polo e via Larga, con la dismissione dell’immobile di via Nanni Costa. L’operazione consentirà l’impiego ottimale delle risorse umane disponibili - sia quelle destinate al controllo delle posizioni fiscali che quelle destinate all’erogazione dei servizi – e un consistente risparmio sui costi di gestione. L’attuazione del piano di revisione organizzativa è prevista per il mese di settembre 2011.”

Nel febbraio 2009 scrivevamo, su “Oltre le colonne” le nostre valutazioni sulla riorganizzazione in atto (lo trovate ancora sul nostro sito, all’indirizzo www.agenziefiscali.usb.it alla voce - notiziario “oltre le colonne”). Un articolo di un paio di pagine che non testimonia capacità divinatorie, quanto piuttosto la meno magnifica dote di unire i puntini e vedere dove va la retta.

 

E quella retta va verso lo smantellamento della Pubblica Amministrazione, e quindi anche delle Agenzie Fiscali, e quindi anche dell'Agenzia delle Entrate. Che il “liquidatore” di turno faccia riferimento al federalismo fiscale, riorganizzazione, razionalizzazione dei servizi o decentramento, quello che conta è il risultato e cioè la liquidazione delle attività.

 

Ora giova fare un passo indietro e tornare per un attimo a quando tutto cominciò. E tutto alle Entrate cominciò con la partenza “sperimentale” (come sempre viene usata questa parolina magica e ingannevole) della riorganizzazione che  guarda caso è partita proprio da Bologna come sempre identificata come l'epicentro di ogni cambiamento (…anche il primo ufficio unico delle Entrate era bolognese!).

 

Quando tutto partì, ci ricordiamo di un primo verbale sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali - tranne che da RdB-USB - nel quale si tranquillizzavano i lavoratori coinvolti dall’ennesima rivoluzione organizzativa promettendo che gli eventuali risparmi sugli affitti sarebbero stati parzialmente distribuiti ai malcapitati. Oggi che l’amministrazione ripresenta la stessa logica da liquidatore speriamo che le altre OO.SS. ricordino il recente passato e non lascino il fronte comune e unitario di lotta per riprendere a sottoscrivere accordi pessimi per i lavoratori.

 

Noi pensiamo che la chiusura dell’ufficio territoriale di Bologna “Nanni Costa”, sia la logica conseguenza di scelte aziendali prese anche con l’appoggio di accordi sottoscritti a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali (ma non da RdB-USB).

 

E basta guardarsi intorno per vedere quante "Nanni Costa" ci sono in giro: come gli ospedali che tagliano i reparti, i pronto soccorso che chiudono, gli asili che mancano, le scuole che non riaprono. Tutto purtroppo somiglia drammaticamente alla vicenda nostrana e per restare alla nostra Agenzia basta guardare ciò che accade in altre Regioni e a livello nazionale: nel Lazio tolgono le funzioni dell'imposta di registro agli uffici territoriali e le accentrano, creando le premesse per futuri giudizi di inutilità degli uffici territoriali. I servizi telematici vengono potenziati, creando le premesse per futuri giudizi di inutilità e “costosità” dei front office. E così via.

 

Proprio per la sua dimensione non-locale, la questione della dismissione dell'ufficio di via Nanni Costa acquista un’attenzione particolare: ben vengano quindi le iniziative locali che difendono la sopravvivenza di quell'ufficio, coinvolgendo giustamente cittadini e tutti i soggetti istituzionali in questa battaglia per creare un fronte comune che deve guardare sia gli interessi degli utenti sia quello dei lavoratori.

 

Ma ci vuole coerenza: occorre un pronunciamento di tutte le OO.SS. chiaro e forte non solo sul futuro dell'ufficio di via Nanni Costa, ma di tutto ciò che a Nanni Costa può essere ricondotto. Mentre per noi è naturale ed ovvio opporsi alla chiusura di via Nanni Costa, in quanto contrari da sempre alla riorganizzazione dell'Agenzia delle Entrate, che ha come obbiettivo questo risultato, vorremmo  che gli altri chiarissero a se stessi come si può combattere qualcosa che si è voluto e passassero  dalla parte dei lavoratori.La nostra organizzazione sindacale persegue un suo progetto coerente di contrasto, con ogni strumento democratico, del processo di distruzione della Pubblica Amministrazione.

 

Ai lavoratori di via Nanni Costa assicuriamo solidarietà e sostegno su tutto il fronte e li invitiamo all'appuntamento di metà marzo per lo sciopero generale per la difesa dei diritti, del salario, della dignità e del posto di lavoro. Contro le riorganizzazioni che smantellano, per la difesa di tutto ciò che è Nanni Costa.

 

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