Emilia Romagna - Entrate, USB e DR si confrontano sulle sanzioni. Botta e risposta
Abbiamo scritto al Direttore Regionale di ritirare l’odiosa ed errata nota sulle sanzioni disciplinari e lui ha risposto di NO pur ammettendo che (forse) il linguaggio utilizzato nella nota può necessitare di maggiore semplificazione, che si vuole “punire il ritardo” solo di chi crea un disservizio “ad esempio legato a turni concordati per l’apertura dello sportello al pubblico”, che la nota è stata fata per richiamare l’applicazione del “buon senso” e che soprattutto occorre individuare la forte quanto incontrovertibile componente volitiva caratterizzata da uno specifico elemento intenzionale nel voler porre in essere l’illecito (che detto in parole povere vuol dire che il lavoratore deve essere punito quando commette la violazione con l’intento di truffare l’amministrazione).
Sicuramente abbiamo letto due indirizzi operativi diversi. L’intera pagina 9, della nota che abbiamo chiesto di ritirare, dice chiaramente :) che si può punire anche il singolo ritardo, anche se ciò sarebbe sicuramente eccessivo e che occorre valutare il ritardo in un contesto di ripetitività. Se un lavoratore arriva in ritardo più volte a distanza di alcuni giorni o il ritardo viene ripetuto mese per mese è sicuramente sanzionabile se invece tra un ritardo e l’altro c’è una distanza di alcuni mesi i fatti sono “episodici” e si possono sanzionati in modo minore. Cioè, comunque vieni punito. A noi sembra una presa in giro. Ma dov’è che si dice di usare il buon senso e che il ritardo deve comportare un disservizio? Se il problema è il disservizio occorre valutare chi organizza il servizio e cosa ha fatto per gestire le emergenze e gli imprevisti e non chi arriva in ritardo, creando una disparità tra lavoratori che possono ritardare perché non inseriti in turni ed altri punibili perché sono al pubblico. Il ritardo non può e non deve essere punito perché non c’è atteggiamento truffaldino del dipendente e le ore sono poi tutte recuperate.
Ma nella nota incriminata c’è anche di peggio. A pagina 8 si dice chiaramente che qualora a seguito di un controllo si trovasse un dipendente in servizio negli ambienti “esterni” alla struttura (cosa tra l’altro non ben definita, così come dichiarato dalla stessa direzione nella sua risposta alla nostra richiesta) non potrà che considerarsi tale comportamento alla stregua di condotta elusiva degli obblighi di rilevazione della presenza e, pertanto, con le gravi ed inevitabili conseguenze tracciate dalla novella legislativa in commento che ricordiamo prevede l'immediata sospensione cautelare senza stipendio del dipendente senza obbligo di preventiva audizione dell'interessato.
La nota è evidentemente errata e offensiva per tutti i lavoratori per quello che contiene e per come è stata scritta e non per ciò che si sarebbe voluto contenesse. Il ritiro immediato sarebbe stato il gesto più ovvio e consapevole, il rimetterci mano, così come dichiarato dalla DR, non potrà che generare un mostro interpretativo di pessimo utilizzo.
La nota della DR si conclude chiedendo a noi di USB se l’aver detto che in Emilia Romagna si vive come nel carcere duro dove le libertà individuali e collettive sono limitate pesantemente la risposta è SI e anche il mettere sempre alla gogna il dipendente pubblico, così come evidenziato nel volantino del 15 dicembre, non è più tollerabile ne dall’amministrazione né dai mass media.