Entrate - L'inutile chiusura degli uffici periferici

Il futuro nelle mani dei lavoratori che devono mobilitarsi

Roma -

Nella riunione del 27 luglio l’Agenzia delle Entrate ha confermato l’inutile provvedimento di soppressione di 17 uffici territoriali.

È evidente, anche se l’amministrazione afferma il contrario, che si tratta dei primi effetti della spendin review e che nei prossimi mesi ci dovremo aspettare nuove chiusure in nome del cosiddetto “risparmio” . 

Un risparmio irrisorio per i bilanci dell’Agenzia (2.200.000 euro annui) soprattutto perché non si tiene conto in alcun modo delle ricadute che ci saranno sia per i lavoratori che per i cittadini.

Ci sono chiusure, come nel caso di Larino di Campobasso o di Mistretta di Messina dove i lavoratori dovranno percorrere in taluni anche 100 Km di pessime strade, con costi enormi sia in termini di tempo che di salario ed il palliativo proposto dall’Agenzia delle Entrate di consentire la mobilità dei lavoratori delle sedi soppresse anche in altre provincie o regioni non risolve il problema perché i disagi ed i costi restano comunque alti e tutti sulle spalle dei lavoratori.

Non ci piace, poi, che si motivi la scelta tirando fuori la scusa di uno scostamento rilevante del carico di lavoro con la media nazionale perché ci sembra assurdo che un’amministrazione che ha voluto accordi sul telelavoro per una piccola parte del personale e che ha imposto le lavorazioni di Civis ai CAM non abbia la capacità si spostare alcune lavorazioni verso uffici meno “produttivi” invece di prevederne la chiusura.

Non soddisfa neppure che da parte sindacale si siano già “calate le braghe” e richiesto di monetizzare il disagio dei lavoratori ben sapendo, tra l’altro, che, anche grazie alla firma dell’accordo del 3 maggio, saranno numerosi gli uffici che subiranno la stessa sorte. Occorre lasciare aperti gli uffici utilizzando il telelavoro!

Come USB abbiamo chiesto di sospendere immediatamente l’efficacia del provvedimento di chiusura e valutare tutte le opportunità per evitare la chiusura degli uffici, il tagli degli organici  e i riflessi della cosiddetta spending review sul personale.

La palla ora passa alle lavoratrici e ai lavoratori di tutta l’Agenzia perché difendere oggi il posto di lavoro di qualche centinaio di lavoratori vuol dire difendere il proprio posto di lavoro domani.

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