Entrate - mille questioni irrisolte

Roma -

Ad oramai qualche mese dalla sottoscrizione del CCNL Funzioni centrali ed archiviate le elezioni RSU, tutte le bugie si sciolgono come neve al sole ed è tempo di fare un serio bilancio non solo rispetto alle mistificazioni che hanno accompagnato la propaganda dei firmatari del contratto, ma anche rispetto alla situazione in cui versa il nostro settore a causa della (non) azione sindacale di Cisl, Unsa, Flp e Confintesa.

Tralasciando l’aspetto economico (non era mai accaduto che un CCNL registrasse una perdita secca del potere d’acquisto dei salari del 10 %), anche le altre sbandierate conquiste si sono presto rivelate una bufala.

Dello smart working fruibile per tutti non vi è traccia e tutto prosegue come sempre con le Amministrazioni  e i dirigenti che decidono a loro piacimento modalità e giorni.

Anche della discutibilissima e sbandieratissima settimana corta (a parità di orario e salario ma con perdita di ferie e permessi) non vi è alcuna traccia.

Mentre assai visibili nei posti di lavoro sono stati gli effetti deleteri di quella norma fortemente peggiorativa che ha introdotto una programmazione ad libitum delle ferie, minando alle fondamenta la natura stessa dell’istituto.

Ma gli effetti negativi prodotti da questo contratto si sono riprodotti anche con riferimento alle problematiche specifiche del settore.

Cisl, Unsa, Flp e Confintesa totalmente disinteressate a ciò che accade negli uffici, hanno investito tutte le loro energie per sollecitare a tutti i livelli l’Amministrazione ad escludere dalle convocazioni (anche quelle fuori dal contratto) le OO.SS non firmatarie, producendo un risultato che è sotto gli occhi di tutti: consentire all’Agenzia di imperversare serenamente ed eludere tutti i temi oggi presenti nei luoghi di lavoro.

L’elenco sarebbe infinito:

- progressioni economiche del 2024 delle quali si è persa traccia,

- passaggi in deroga rispetto ai quali va fatta scorrere la graduatoria per le rinunce e ampliati i posti disponibili per la espressa previsione contrattuale;

- sistema di valutazione V.A.L.E sempre più strumento di governance in mano alla dirigenza e che presto impatterà sul salario accessorio senza che ancora si sappia come e in quale misura;

- mobilità nazionale 2025 *e coworking* (ancora una chimera) rispetto ai quali le  proposte di parte sindacale risultano decisamente al ribasso rispetto alle esigenze e alle legittime aspettative del personale (appena 600 posti per il coworking e 395 per la mobilità). In tema di mobilità l'agenzia, assoluta anomalia nel panorama delle P.A. Italiane, forse per salvaguardare lo strapotere dei dirigenti regionali che continuano a delocalizzare e spostare a piacimento, si ostina a bandire concorsi regionali senza aver prima esperito una vera procedura di mobilità che soddisfi davvero le richieste degli interni, mettendo sul piatto soltanto 395 posti su base nazionale.

Insomma una situazione assai preoccupante che noi come USB stiamo provando a smuovere con richieste, iniziative e proposte concrete consapevoli che oggi dobbiamo scontrarci con un fronte unico che va dall’Agenzia ai sindacati firmatari del contratto.

In questo panorama e in questo contesto occorre uno scatto di reni anche da parte di tutto il personale per non consentire a chi ha già sequestrato la democrazia sindacale di continuare a sequestrare anche i nostri diritti e continuare a rendere il clima negli uffici sempre più invivibile.

P.S. Per il prossimo 21 luglio è stato convocato il tavolo tecnico su VALE: USB continuerà a lottare per cambiare questo sistema arbitrario, divisivo e ricattatorio senza accettare alcuna operazione di facciata gattopardesca, atta unicamente a salvaguardare l’immagine di tutti gli altri sindacati che, con la loro firma, lo hanno reso possibile.

USB PI Agenzie Fiscali