Entrate - Piano Aziendale 2013: il nulla sotto vuoto spinto
Valorizzare i lavoratori con progressioni economiche e sviluppi professionali
Il piano aziendale per il 2013 presentato all'Agenzia delle Entrate anche per la soppressa Agenzia del Territorio, mette a nudo la totale mancanza di volontà politica di fare della lotta all'evasione fiscale un obiettivo vero e concreto. Abbiamo affidato a un nostro comunicato stampa le valutazioni rispetto agli scarni numeri sugli obiettivi che l'Agenzia ha presentato alle organizzazioni sindacali.
L'Agenzia del resto non potrebbe garantire obiettivi diversi, dato che il personale continua anche nel 2013 a diminuire dopo il calo del 13% negli ultimi anni mentre per effetto di obiettivi sempre più "sfidanti" i carichi di lavoro sono aumentati. Evidentemente il fenomeno evasione, che assume proporzioni vergognose quanto la pressione fiscale verso chi già paga tutte le tasse alla fonte, dipende da precise scelte politiche.
Oltre a un sistema di regole che consente agli evasori fiscali di ingrassare all'ombra della politica, ci sono tutte le misure scaturite dalla spending review, dai tagli, dal blocco dei contratti e delle retribuzioni, al turn over asfissiante che di fatto impediscono all'Agenzia delle Entrate di svolgere a pieno la sua funzione. Il risultato di questa combinazione di fattori è il 53% della pressione fiscale, l'imposta sulle persone fisiche pagata per l'83% dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, i gioiellieri e gli imprenditori che dichiarano di guadagnare meno di impiegati pubblici e di operai, molte categorie professionali che con il Fisco patteggiano per pagare sempre meno tasse.
Anche sul versante delle "strategie in materia di risorse umane" i piani aziendali rivelano il nulla sotto vuoto spinto. Non è solo colpa della legislazione vigente, crediamo che manchi anche la volontà di dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori, sfruttando almeno i ristretti margini lasciati dalla contrattazione integrativa. Altre volte l'Agenzia ha dimostrato di volere e potere risolvere i suoi problemi, interloquendo con decisione con il governo. Un esempio per tutti: la sanatoria degli incarichi dirigenziali.
USB crede che la lotta all'evasione fiscale debba essere una priorità anche per il sindacato, insieme alla necessità di "rovesciare" le logiche fiscali imperanti. E tutto ciò passa anche attraverso la valorizzazione dei lavoratori, con delle azioni concrete per proseguire e completare le progressioni economiche, prevedere gli sviluppi professionali, finanziare nuove assunzioni assumere giovani per rafforzare la lotta all'evasione fiscale.
Si tratta di richieste precise, che abbiamo messo nero su bianco in una piattaforma sindacale e che porteremo al tavolo delle Convenzioni. Su queste richieste insisteremo, costruiremo iniziative, terremo viva la discussione e ci batteremo. Più della difficoltà oggettiva di certi obiettivi ci fa paura la rassegnazione di chi vi rinuncia in partenza.