Entrate - prima passi del CUG ed il traguardo si avvicina
Riconoscimenti parziali del buono pasto in allattamento
Il Comitato Unico di Garanzia dell'Agenzia delle Entrate ha risposto alle sollecitazioni di USB, in merito al riconoscimento dei buoni pasto in allattamento, proponendo all'Agenzia di attribuire il buono a chi avesse effettuato la pausa pranzo con successivo rientro anche senza essere stato in ufficio le 6 ore previste dal Contratto.
Sollecitiamo l'Agenzia delle Entrate a dare immediatamente, anche in maniera retroattiva, i buoni pasto finora non corrisposti. Invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori che non l'avessero ancora fatto ad inviare la richiesta di pagamento dei buoni pasto non concessi nei periodi di allattamento, che trovate allegata.
Riteniamo questo un primo e importante passo verso il riconoscimento completo del diritto all'allattamento e proseguiremo sino a quando non sarà riconosciuto il buono anche a chi non sia rientrato in servizio dopo la pausa pranzo. D'altronde, se lo stesso CUG riconosce che le ore di allattamento devono essere considerate ore lavorative a tutti gli effetti, subordinare il riconoscimento del buono pasto al rientro in servizio ci appare una forzatura interpretativa che contrasta palesemente anche con la natura e lo spirito della normativa a sostegno della maternità e della paternità.
Ci sembra bizzarro che l'agenzia mentre da una parte chieda ai lavoratori di auto formarsi per conoscere meglio i propri diritti e le pari opportunità, dall'altra scelga di interpretare e fare da apripista verso interpretazioni rigide su allattamento, orario di lavoro e controllo del personale.
Crediamo che l'innovazione si debba fare aumentando il benessere organizzativo e quindi il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori e il riconoscimento di maggiori diritti per le lavoratrici ed i lavoratori senza continuare a trovare sempre nuove forme di oppressione.
Scarica la nota del CUG inviata a USB e alla Direzione Centrale in fondo alla pagina