I tavolini separati
Trattativa a rilento a causa dei tavoli separati.
I capricci costano. Condurre una trattativa a tavolini separati è un'esperienza interessante. Il tavolo ovale un tempo affollato è tristemente vuoto. L'amministrazione manda i suoi rappresentanti di stanza in stanza a sentire le proposte che di qua e di là giungono dalle diverse organizzazioni sindacali che costituiscono i due fronti contrapposti. Le delegazioni trattanti entrano da una porta ed escono da un'altra, affaccendati, calati nel personaggio da spy-story del sindacalista che conduce trattative quasi segrete, appunto a tavolini separati. Per il capriccio di chi si mette in piedi una sceneggiata simile? In ogni caso, una trattativa condotta a tavolini separati è l'esempio più lampante di come fare in sei ore qualcosa che si potrebbe fare in tre. Bell'esempio, nel momento in cui dobbiamo dare tutti una prova di efficacia, efficienza e incisività. Non sarà che in questo modo ai nemici della pubblica amministrazione e dei suoi dipendenti, si dà un altro argomento per sostenere la tesi del fannullonismo?
Entriamo dentro le questioni trattate nella riunione dello scorso 4 luglio. Si doveva procedere alla costituzione del Fondo 2007, sempre orfano al momento della quota derivante dal comma 165 su cui pende un interrogativo grande come il peso che avrebbe la sua definitiva assenza; non se n'è fatto nulla. Noi ci siamo limitati a due osservazioni e cioè che ancora una volta mancavano i fondi stanziati dall'Unione Europea per sostenere il contrasto all'evasione doganale e per favorire il potenziamento delle strutture doganali nazionali. Ci è stato ripetuto che le politiche di incentivazione del personale non rientrano fra quelle possibili per sostenere il potenziamento delle dogane. Il che equivale a dire che l'amministrazione ritiene forse strategico investire su tavoli e sedie, su scanner e varchi elettronici, ma non sui Lavoratori. Questo però non ha impedito di grattare qualche briciola da quei fondi per finanziare il pagamento dello straordinario. Allora abbiamo capito: i fondi UE possono essere usati in minima parte per finanziare lo straordinario, ma guai a pensare di poterle investire in progetti di lungo respiro e di più ampia portata, come potrebbero essere le politiche di sviluppo professionale.
Seconda cosa: la costituzione del Fondo 2007 non teneva conto dei risparmi realizzati con riferimento al 2006. Quanti risparmi sono stati realizzati dal collocamento in pensione dei colleghi, quanti dal risparmio sull'indennità di amministrazione non corrisposta per malattia inferiore ai quindici giorni? Una voce del prospetto contabile indicava dei risparmi, sì. Ma erano esattamente uguali ai risparmi indicati nel prospetto con cui si è costituito il Fondo 2006. È ancora possibile accettare senza riserve che la costituzione del salario accessorio, che ricopre un'importanza sempre maggiore per i Lavoratori, venga fatta "con il ciclostile"? La cosa divertente è che dopo aver esposto queste riserve, tra un tavolino e l'altro, l'accordo sulla costituzione del Fondo 2007 si è perso per qualche corridoio e non ha più trovato la strada. Non se n'è fatto nulla, per il momento.
Altra fetta della trattativa, riguardava l'errata corrige sul testo dell'accordo che noi non sottoscrivemmo a metà giugno, relativo alla ripartizione del Fondo 2006. Non entriamo nel merito della questione, e ci limitiamo a rimandare ai precedenti comunicati con i quali la nostra posizione è stata spiegata a sufficienza, almeno speriamo.
Abbiamo invece firmato l'accordo con cui si dispone il pagamento anticipato del salario accessorio per il 2007. Sebbene rimangano tutte le riserve sul fatto che il salario di produttività non possa e non debba essere gestito così; sebbene non ci piace neanche che il suo peso relativo, rispetto alla retribuzione complessiva dei Lavoratori, sfiori e superi in alcuni casi il 30%, riteniamo che qualsiasi sforzo per abbreviare i tempi di corresponsione di quel salario, debba essere sostenuto e incoraggiato.
Certo è che se quell'andirivieni, quella febbrile consultazione di stanza in stanza, quel girovagare di sindacalisti in cerca del loro tavolino ha prodotto un così esiguo risultato, c'è poco da stare allegri.