Lazio - Direzioni provinciali, quanta fretta ma dove corri, dove vai?!?

Roma -

Sembra (a cinque giorni dall’attivazione delle Direzioni provinciali a Roma siamo ancora al “sembra”) che dagli ultimi sussulti si stia delineando una situazione quantomeno paradossale. Dei due direttori su tre che ci sono stati comunicati ufficialmente come predestinati alle direzioni di Roma 1 e Roma 2 (del terzo non se ne aveva traccia), il primo è stato defenestrato a dieci giorni dallo start e il secondo è stato nominato per altra destinazione (Roma 3). Nulla di male nelle scelte dell’Amministrazione se non ci fossero regolamenti che obbligano alla pubblicizzazione delle nomine con largo anticipo e se non ci fossero accordi sindacali firmati dai soliti noti, che prevedono una mobilità volontaria peraltro solo tra alcuni uffici (non sono previsti uffici come il CAM e la Direzione Regionale, anche se quotidianamente pervengono alle OO.SS. una moltitudine di trasferimenti, distacchi,comandi ecc. da questi uffici e dagli Uffici Centrali verso gli uffici locali destinatari di riorganizzazione) e che prevedono anche che la composizione delle Segreterie sia di carattere fiduciario.


Succede così che la detta procedura di mobilità attuata precedentemente alle nomine dei direttori sia stata dapprima insufficiente a coprire gli organici degli istituendi uffici e poi in seguito agli “aggiustamenti direttoriali” stia provocando numerose revoche. Incurante di tutto ciò la Direzione Regionale Lazio ritiene conclusa la procedura di attivazione delle Direzioni Provinciali e convoca pressantemente in materia di orario di lavoro.


Noi crediamo sia molto più urgente, alla luce degli ultimi sviluppi, convocare un nuovo tavolo sull’attivazione delle direzioni provinciali al fine di riaprire la procedura di mobilità, inserendo anche i tirocinanti assunti a gennaio ed eventualmente far slittare la data di partenza della riorganizzazione, vista anche l’indisponibilità di alcuni locali che dovrebbero ospitare detti uffici. Per quanto riguarda l’orario di lavoro, noi riteniamo sia quantomeno delegabile, sia in termini temporali, a dopo l’attivazione delle Direzioni Provinciali, che in termini spaziali, ai tavoli locali che sono il naturale luogo deputato a ciò. Ma se nonostante questo la Direzione Regionale ritiene di dover comunque costituire un accordo quadro, noi siamo disponibili e proponiamo, proprio perché trattasi di un contenitore di accordi locali, di prevedere il massimo spazio per le trattative di livello locale che dovranno garantire le esigenze dei lavoratori, dell’utenza e dell’Amministrazione, dunque:


  • un orario di servizio che si estenda dalle ore 7,30 alle ore 19,00

  • (che possa garantire a chi usufruisce della flessibilità, di completare il proprio orario di lavoro)

  • una fascia di flessibilità in entrata e in uscita di almeno due ore

  • (che possa garantire l’attuazione del decreto Ronchi sulla mobilità che prevede di non concentrare il traffico, nelle aree metropolitane, in tempi troppo ristretti)

  • dei profili orari che garantiscano la presenza della maggior parte del personale nelle fasce di apertura al pubblico

  • una pausa pranzo da fruire nell’arco temporale 13,00 – 14,30 senza limiti di tempo
  • (così da permettere ai lavoratori di uffici collocati in località “amene” di recuperare le proprie capacità psico-fisiche)

  • l’istituzione della Banca Ore in tutti gli Uffici.