Lazio - Entrate, non essere comparsa, firma la petizione sull'orario di lavoro

Roma -

Il 25 ottobre u.s. siamo stati convocati dalla Direzione Regionale Lazio per “condividere” il piano di modifica degli attuali orari di servizio, apertura al pubblico e orari di lavoro; all’inizio sinceramente non comprendevamo il senso di questa convocazione visto che già, attraverso gli organi di stampa, ne era stata data ampia notizia, poi abbiamo capito: l’incontro serviva per informarci che: “tanto o che firmiate o che non firmiate il progetto verrà attuato ugualmente”.

 

Questa nuova procedura di relazioni sindacali “alla Marchionne” non ci piace affatto e molto ci preoccupa; non ci limiteremo ad accettare il ruolo di semplici comparse di una riorganizzazione affrontata senza tener conto del ruolo dei lavoratori.

 

E si, perché questa modifica degli orari di servizio di apertura al pubblico e di lavoro, grava soltanto ed esclusivamente sui lavoratori, vista la totale assenza di investimenti da parte dell’amministrazione in strutture e per l’assunzione di nuovo personale da destinare agli Uffici Territoriali. L’ampliamento dell’apertura degli sportelli a 41 ore settimanali (chissà poi perché, visto che l’informativa degli Uffici Centrali parlava di 32) porterà un aumento di pubblico che a parità di risorse impiegate comporterà un ulteriore aumento di carico di lavoro sulle aree front-office già martoriate da sempre più adempimenti (norme sulla cedolare secca, definizione liti pendenti, aumento dei controlli su “730”, ecc.).

 

E non crediamo si possa chiedere al personale di barattare un diritto come la flessibilità dell’orario di lavoro dietro il misero compenso, peraltro precario, di dieci euro lordi .

 

Ricordiamo che in un’area metropolitana come quella romana diventa indispensabile poter usufruire di una sempre maggior flessibilità dell’orario di lavoro sia per le condizioni del traffico stradale (dove è andato a finire il Decreto Ronchi che oltre a suggerire una maggiore flessibilità negli Uffici Pubblici, istituiva anche la figura del mobility-manager?), che per la carenza dei servizi sociali a cui deve sostituirsi sempre più frequentemente soprattutto la lavoratrice donna.

 

Continuare a spremere i lavoratori non risolve il problema e chi confida nel potere della telematica non fa i conti con la carenza di infrastrutture informatiche, inclusa quella banda larga e quella rete WiFi che in Italia sono a livelli da quarto mondo ne tanto meno fa i conti con la bassa alfabetizzazione informatica del nostro Paese.

 

Questa questione non deve restare chiusa nelle (segrete) stanze dei tavoli di trattativa, ma deve coinvolgere direttamente tutti i Lavoratori e sulla quale i Lavoratori devono essere ascoltati direttamente.

 

Per questo invitiamo tutti a firmare ed a fare firmare la petizione che trovate in allegato. L’iniziativa sarà gestita in tutti gli uffici del Lazio dai delegati USB e, ove non presenti, potrà comunque essere gestita direttamente dai Lavoratori.

 

Firma e fai  firmare la petizione allegata e poi inviala via fax allo 06 233 223 871.

 

Scarica comunicato e raccolta firme in fondo alla pagina.