Lettera aperta a Report
Nella puntata di Report del 7 ottobre scorso dedicata alla riforma fiscale, si è parlato del Catasto evidenziando la necessità di intervenire sulle rendite catastali degli immobili che presentano forti sperequazioni sempre a discapito delle fasce più deboli della popolazione.
Accade così che le case di lusso, in centro storico, abbiano rendite più basse di quelle presenti nei quartieri popolari. L’attribuzione di queste rendite, avvenuta nell’arco di quasi un secolo senza mai subire una verifica, se non su richiesta dei proprietari per modifiche effettuate agli immobili, ha determinato una situazione non più sopportabile. Il servizio ha, quindi, correttamente evidenziato la necessità d’intervenire urgentemente sulla riforma del Catasto per adeguare i valori catastali a quelli reali.
Le immagini mandate in onda proseguivano mostrando i lavoratori in protesta con le bandiere di RdB (ora USB) accompagnate dalla voce fuori campo che affermava: “La riforma viene ostacolata dagli impiegati del Catasto che non ne volevano proprio sapere di lasciare il posto ministeriale per diventare dipendenti di un Comune di periferia”.
La nostra organizzazione sindacale, prima RdB e ora USB conduce da anni una battaglia per la difesa dei servizi pubblici, per una vera lotta all'evasione fiscale e per un Fisco davvero equo anche sul versante della tassazione patrimoniale. Riteniamo scorretto liquidare questo percorso con affermazioni semplicistiche e senza possibilità di replica.
Da anni la USB denuncia la mancata revisione catastale, da avviare con una riforma veramente orientata a principi di equità. Tale risultato, a nostro avviso, non può essere raggiunto affidando le funzioni catastali ai Comuni. Le amministrazioni locali sarebbero inevitabilmente più condizionate dalle pressioni affaristiche presenti sul territorio (cosa accadrebbe ad esempio al catasto urbano nella Roma dei “palazzinari”?). Inoltre, l'accertamento catastale è un'attività ad altissimo contenuto tecnico e tecnologico che richiede risorse economiche che moltissimi Comuni, soggetti al patto di stabilità e ai tagli finanziari, non hanno.
Sarebbe invece auspicabile trovare forme di collaborazione tra le istituzioni, affidando a ciascun servizio strumenti di lavoro idonei ed adeguati e mettendo ogni operatore nella condizione di poter accedere ai dati. Nel rispetto, però, dell'equilibrio nell'attribuzione delle funzioni fiscali e sempre ricordando che più le funzioni sono centrali, tanto minore è il rischio che interessi e pressioni possano compromettere l'obbiettivo di pervenire ad una tassazione immobiliare orientata a giustizia ed equità.
Le lavoratrici e i lavoratori della ex Agenzia del Territorio hanno informatizzato l’archivio catastale cartaceo, tenendolo costantemente aggiornato; hanno scoperto due milioni di fabbricati fantasma; hanno creato un osservatorio del mercato immobiliare nazionale. Milioni di operazioni di censimento e aggiornamento vengono svolte ogni anno, mentre il personale è diminuito a causa del blocco delle assunzioni da 12.000 a 8.500 unità.
Il Catasto può e deve essere migliorato ma ciò può avvenire soltanto investendo sul personale, anche con un piano di assunzioni, rafforzando le funzioni centrali di conservazione delle informazioni e attribuzione delle rendite e, soprattutto, pervenendo alla volontà politica di spostare il peso della tassazione immobiliare su quel dieci per cento della popolazione che detiene il cinquanta per cento della ricchezza dell’intero patrimonio nazionale.
Ci auguriamo che sia garantito il nostro diritto di replica, anche attraverso un invito diretto alla vostra trasmissione, al fine di poter illustrare più compiutamente la nostra posizione.