Liguria - Territorio, vista la cornice il quadro dov'è?

Genova -

Nella giornata di lunedì 28 febbraio, su richiesta di una sigla confederale, si è tenuta una riunione per discutere del problema che ha attirato l’attenzione dei dipendenti dell’UP di Genova in questo inizio d’anno: l’ordine di servizio 1/2011.

 

L’attenzione su questo ordine di servizio è così alta, da far passare in secondo piano il blocco triennale dei contratti e dei redditi, l’eliminazione per decreto di uno dei giorni di festività soppresse, l’entrata dalla finestra di quello che era uscito dalla porta del decreto Brunetta.

 

Certo, è anche importante vedere quello che ci succede vicino e non sempre e solo quello che accade lontano. Ed allora affrontiamo quanto discusso nella riunione.

 

La nostra sigla fin dal 11 febbraio ha invitato l’Amministrazione a definire prima possibile quali siano i carichi di lavoro perché, come prevede il contratto, è su quelli che il sindacato può chiedere di aprire un tavolo (art.6), mentre i criteri generali per l'organizzazione e la disciplina degli uffici sono solo oggetto di informazione preventiva. L’informazione non prevede la sottoscrizione da parte dei sindacati degli atti oggetto dell’informativa (dato che questi sono di responsabilità amministrativa della Direzione), ma solo del verbale della riunione in cui tale informativa viene offerta.

 

La decorrenza ravvicinata dell’ordine di servizio 1/2011 doveva portare, come dichiarato alla riunione del 4 febbraio e richiesto da USB, a successive comunicazioni interne e ulteriori ordini di servizio per comprendere quali fossero i carichi di lavoro assegnati ai dipendenti, quali le loro mansioni all’interno dell’organigramma, quali passi di formazione sarebbero stati opportuni per assicurare la migliore tutela dei lavoratori e del lavoro da essi svolto.

 

A distanza di due settimane questi passi ancora non sono compiuti e lunedì 28 USB ha richiesto nuovamente la rapida soluzione di questa impasse che vede da una parte un ordine di servizio già in vigore che definisce un organigramma e dall’altra i lavoratori disorientati dalla mancanza di chiare indicazioni. Il disorientamento è tale che un gruppo di dipendenti ha persino sottoscritto una richiesta ai sindacati invitandoli a muoversi in palese violazione contrattuale e di legge, richiedendo loro di sottoscrivere gli ordini di servizio dopo l’approvazione assembleare coi lavoratori.

 

Tutto questo clamore si continua ad autoalimentare e gonfiare e non vorremmo che tutto ciò nasconda il tentativo di distrarre i lavoratori da problemi assai più gravi quali la firma sull’accordo del 4 febbraio per introdurre l’applicazione della Riforma Brunetta nel pubblico impiego utilizzando improbabili risorse aggiuntive; il blocco delle progressioni economiche all’interno delle Agenzie Fiscali; il ritardo nei pagamenti relativi all’anno 2009 (!).

 

Temi, questi ed altri, che toccano profondamente e da vicino tutti i dipendenti dell’Agenzia del Territorio e che, nelle cose vicine come in quelle lontane, devono far sentire la propria voce e gridare la propria indignazione. Come USB siamo gli unici che contrastiamo progetti di smantellamento del Pubblico impiego sia a livello locale che nazionale e cerchiamo di ridare dignità e diritti ai lavoratori. Gli unici ad avere coraggio e forza per realizzare uno sciopero generale e generalizzato insieme ai lavoratori privati, precari, immigrati, disoccupati, studenti e tutta la società civile che è stanca di essere resa colpevole di una crisi che è stata provocata da potenti e lobby.

 

È arrivato il momento di far vedere la nostra rabbia e scioperare compatti l’11 marzo 2011. Basta delegare ad altri la conquista del nostro rispetto.

Alziamo la testa e riconquistiamocelo da soli.

 

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